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Giuliano Amato, il giovanotto che potrebbe controllare l’AI

Giuliano Amato, il giovanotto che potrebbe controllare l’AI

La notizia è passata quasi di sfuggita, se non fosse stato per Paolo Mieli che su Radio24 l’ha data ironizzandoci su: Giuliano Amato potrebbe presiedere la “commissione algoritmi” che di fatto è l’organismo che dovrebbe vigilare sull’intelligenza artificiale. Ora, basterebbe questa semplice cosa a spiegare al mondo che cos’è l’Italia. L’Italia è quel Paese che pare – diciamo “pare” perché di certezze non ce ne sono – ecco, pare stia pensando di mettere a capo di una commissione che valuti i rischi della tecnologia più avanzata del pianeta, ovvero l’intelligenza artificiale, un signore che ha 85 anni e che ha praticamente ricoperto tutte le cariche che contano in questo Paese. E’ l’unico uomo ad essere stato nella sua vita presidente del consiglio (e per ben due volte) e presidente della corte costituzionale. E’ stato ministro dell’Interno, del tesoro, delle riforme istituzionali, vicepresidente del consiglio dei ministri, presidente dell’autorità della concorrenza sul mercato, segretario del consiglio dei ministri, deputato quattro volte e una volta senatore. La prima volta da deputato è stata 40 anni fa, nel 1983, quando gran parte di chi guarda i video su Tik Tok non era neanche nata. Io, personalmente, mi ricordo di un Giuliano Amato (che è sempre lui), che sconvolse l’Italia con un prelievo forzoso dai conti correnti per evitare che il nostro Stato andasse in bancarotta. Tradotto: decise di prendere soldi dai conti correnti senza chiedere ai cittadini. Una roba mai successa prima, e mai successa dopo.

L’inossidabile Giuliano Amato: da una poltrona all’altra per quaranta anni

Eppure eccolo qui, a 85 anni pare sia in lizza per questa commissione algoritmi. Instancabile, inossidabile. Da una poltrona all’altra, a volte due o tre insieme, per quarant’anni. In qualunque altro posto del mondo avrebbero risposto con una bella medaglia alla carriera e poi con un “grazie per il suo servizio, buon riposo”. Da noi, invece, continua nel suo percorso. Qualcosa che neppure l’intelligenza artificiale potrebbe capire, probabilmente.

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