Ci sono due audio di Silvio Berlusconi che dice cose con alcuni suoi parlamentari. Cose tipo che Putin gli ha regalato 20 bottiglie di vodka e lui gli ha rispedito 20 bottiglie di Lambrusco. C’è Silvio Berlusconi che scrive un foglietto con sopra degli aggettivi sulla Meloni, e dietro più o meno 200 fotografi armati di teleobiettivo. C’è il fratello di Ignazio La Russa che in una strada pubblica, insieme ad altri, fa il saluto romano per un vecchio camerata deceduto. C’è Matteo Salvini che dice cose ai suoi, ed esce l’audio.
Ce ne sono mille di questi casi
Ce ne sono mille di questi casi. E ogni volta mi chiedo: ma davvero sono tanto deficienti da non sapere che ogni telefono è di fatto un microfono e una telecamera? Io se fossi un leader politico metterei tre forni a microonde fuori dal mio ufficio (spenti), e direi a tutti di lasciare dentro il loro cellulare prima di entrare a parlare con me. Così, niente audio e niente video.
Dunque, se escono degli audio “rubati” è solo e unicamente perché si vuole che escano
Dunque, se escono degli audio “rubati” è solo e unicamente perché si vuole che escano. Non c’è niente di “rubato”. Certo, la stupidità umana è sempre a portata di mano, e anche i politici non vogliono vivere da paranoici tipo Matrix, quindi qualche incidente ci sarà sempre. Ma chiedetevi perché uno come Gianni Letta (lo zio dell’inutile Enrico) non è mai stato intercettato una volta. Semplicemente perché non l’ha voluto. Questo, almeno, a livello basico. Poi ci sono le procure, e là è tutto un altro cinema. Perché quelle sono intercettazioni vere e proprie, e non c’entrano con le bottiglie di vodka e di lambrusco di Berlusconi, che sa benissimo quello che sta facendo: piccona giorno dopo giorno il governo di Giorgia Meloni, insegnandole un principio della politica. Ovvero che quando qualcuno non ha niente da perdere, e l’anziano Cavaliere non ha nulla da perdere, è semplicemente in una posizione di forza assoluta.