Della vittoria del Milan non voglio parlare. Davvero. (Cioè, sono milanista ma questo è un altro discorso). Quello di cui voglio parlare è di quel gruppo di agguerritissimi ultras che per tutta la notte prima del quarto di finale di Champions, davanti all’albergo del Milan a Napoli, ha buttato petardi, intonato cori. Senza mai fermarsi. Tutta la notte.
Sono lo specchio insieme dell’Italia migliore e dell’Italia peggiore
Ecco, sono lo specchio insieme dell’Italia migliore e dell’Italia peggiore. Partiamo dal fatto che siano lo specchio dell’Italia migliore. Come si potrebbe spiegare se non con una estrema dedizione alla squadra l’atteggiamento dei tifosi? Come sostanziare più efficacemente il detto orientale che se non puoi tirare il carretto almeno ungi le ruote? Come si può non rimanere allibiti positivamente per il commitment, l’impegno, l’abnegazione di questo gruppo di appassionati? Una città che si stringe alla sua squadra e la aiuta. Che ci prova.
Ecco, questo è il riflesso di un’Italia che si mette al servizio di un ideale
Ecco, questo è lo specchio di un’Italia che si mette al servizio di un ideale. Il problema è che quell’ideale è una squadra di calcio, e il modo con cui si mette al servizio è roba da bulli, roba da bari, roba da furbetti. Cioè, lo specchio dell’Italia peggiore. Ma c’è di più. E’ anche lo specchio dell’Italia stupida: il gruppo di tifosi non aveva manco capito che il Milan stava in sale insonorizzate dall’altra parte dell’edificio…