Finita. Definitivamente. Ed è un bel problema perché Mario Draghi era davvero una ottima persona, una grande risorsa, l’unica vera risorsa internazionale italiana. Una persona talmente intelligente che ha capito subito che – come tutte le storie d’amore non corrisposte o troppo volubili – non sarebbe potuta durare. Perché il potere è così, in Italia. Si amministra e si gestisce, ma con troppi rivoli che scappano via. E’ come fermare l’acqua con le mani, citando Bersani: scappa via e addio.
Come spiegare l’aumento del reddito di cittadinanza?
Il potere è fatto giustamente di compromessi, ma quando questi sono assurdi, come l’aumento una tantum del reddito di cittadinanza che così arriva a 700 euro, come lo si giustifica? Certo, Conte prova a mostrare tracce della propria esistenza in vita, e ha preteso la misura, assurda. Ma come lo spieghi a un qualunque imprenditore che stai regalando 700 euro a persone che dovrebbero cercare strenuamente lavoro? Come lo spieghi ai partner europei che – ora distratti dalla guerra, ma poi i nodi come al solito verranno al pettine – che stai incentivando la disoccupazione? Questi duecento euro sono duecento buoni motivi che ci dicono che Draghi, qui da noi, non rimarrà più dello stretto necessario, più di quanto ha promesso a Mattarella.
E’ impossibile fermare l’acqua con le mani, Draghi lo sa benissimo
Intorno a lui potenti e potentini fanno i bulli, da quelli che vogliono chiudere trasmissioni di approfondimento che francamente mi fanno orrore, ma che hanno il diritto di rimanere in onda, a quelli che fanno le nomine per compiacere un certo sottobosco romano. Lui, Draghi, prova a tenere la linea, a concentrarsi sulle priorità. Anche perché lo sa benissimo: è impossibile fermare l’acqua con le mani, e lui ha solo quelle, per giunta un paio, come tutti noi.