Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Il caso Carlotta Rossignoli, la modella e laureata in tempo record in medicina, ha accesso il dibattito nel paese. Gli italiani si dividono tra i sostenitori e i detrattori della giovane talentuosa. L’unico punto di contatto sembra un male atavico italiano: l’invidia sociale.
L’unica soluzione? “Lasciare l’Italia, diventata patria dell’invidia sociale”. Così Flavio Briatore, in una intervista al Giorno del 2016 prese le difese di Paolo Bonolis, finito nel tritacarne del web per una foto che lo vedeva in viaggio con la famiglia su un aereo privato accusato di sfoggiare il lusso sfrenato. Probabilmente l’eclettico imprenditore esagerava nelle parole, ma forse un briciolo di verità nel suo sfogo c’era.
L’invidia sociale ai tempi di Carlotta Rossignoli
Oggi ci troviamo di fronte, nuovamente, ad un caso di invidia sociale, di isteria collettiva, di haters che se la prendono con la giovane Carlotta Rossignoli, rea di essere una bella ragazza (e di non farne mistero) e di avere capacità e determinazione davvero rare, tanto da meritarsi nel 2017 – direttamente dal Presidente Mattarella – il titolo di Alfiere del Lavoro avendo conseguito la Maturità classica con 100 e lode e con un anno di anticipo.
L’Università Vita-Salute del San Raffaele e il relatore di tesi della ragazza, il prof. Carlo Pappone (padre dell’artimologia in Italia), sono troppo seri per cedere a manovre di basso livello per far laureare uno studente con 11 mesi di anticipo. E a che pro? Davvero accuse poco credibili.
Se Carlotta Rossignoli fosse nostra figlia?
Intanto però c’è una giovane donna, capace e con la sfortuna di essere pure bella bersagliata da una parte d’Italia dalla quale dobbiamo stare alla larga. Voglio solo ricordare la vicenda della povera Tiziana Cantone, derisa da mezzo Paese e poi morta suicida. Davvero vogliamo questo? E se Carlotta fosse nostra figlia come la penseremmo? Lasciamole vivere questo momento di successo in pace, critichiamola pure, se vogliamo, ma con rispetto. Un rispetto che merita, come tutti noi.