Colpevole, vostro onore. Anzi, colpevoli. Io, e pure mia moglie. Abbiamo due cartelle esattoriali del valore di 49 euro l’una. Siamo pericolosissimi evasori, secondo Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, che per presentare il suo libro al Festival dell’Economia ha scelto di spararla grossa: “In Italia ci sono 19 milioni di soggetti con almeno una cartella esattoriale“. Poi, con la faccia truce, ha aggiunto: “Hanno fatto i maramaldi per tanti anni, usiamo strumenti che li facciano rientrare in carreggiata. Li abbiamo individuati”.
Una cartella esattoriale non si nega a nessuno
Ecco, io e mia moglie, a questo punto, ci incazziamo un pochetto. Perché va bene che ci è arrivata una cartella esattoriale malgrado mandiamo (e paghiamo) tutte i documenti al commercialista, ma essere pure presi per “maramaldi”, come fa questo figuro, pure no eh. Basta telefonare a un qualunque studio di commercialisti e anche l’ultimo praticante risponderebbe che una cartella esattoriale non si nega a nessuno: basta aver messo detraibile qualcosa che non lo era, anche di basso importo, oppure aver sbagliato qualche cosa (su dichiarazioni complesse, non da dipendenti, è normale) e arriva la sanzione.
Solo i dipendenti pubblici o privati e i pensionati non prendono una cartella esattoriale
Si apre la busta, si guarda l’F24, si smoccola un po’, lo si paga, e la vita va avanti. Invece, per questo Ruffini, siamo “maramaldi”. Noi, in 19 milioni, tutti dipinti come evasori totali. Un po’ come se dicessimo che in Italia ci sono 50 milioni di pirati della strada perché almeno in 50 milioni hanno ricevuto una multa per divieto di sosta. Sapete chi non prende una cartella esattoriale? Solo i dipendenti pubblici o privati, e i pensionati.
Ruffini proponga una riforma
Allora, facciamo una cosa. Invece di dire e scrivere idiozie, Ruffini proponga una riforma per la quale si eliminano detrazioni, deduzioni, sconti, aumenti, percentuali che francamente ci fanno impazzire. Fate un fisco nel quale ci viene data una cifra certa, sicura, così noi la paghiamo e stop. Già che c’è, il caro Ruffini, dica al legislatore che non è proprio corretto che gli imprenditori debbano pagare oltre il 90 per cento di tasse anticipate sull’anno dopo: nella Costituzione non c’è scritto che dobbiamo fare da banca per lo Stato, affinché lo Stato possa pagare lo stipendio a gente come lui che pure ci insulta per una cartella esattoriale da meno di 50 euro.