Se c’è una cosa che francamente mi fa innervosire, tra le varie, sono le tattiche di distrazione di massa. Che cosa vuol dire? Che quando uno è alle prese con un problema e questo problema è caldissimo sui giornali e sulle televisioni, si inventa qualcosa d’altro per provare a distrarre l’attenzione dei cittadini. Una versione più raffinata di “guarda, c’è un asino che vola”, ma concettualmente la stessa cosa. E funziona: perché tutti ma proprio tutti si girano a guardare l’asino che non c’è, ma su cui iniziano a circolare le ipotesi più fantasiose (tipo: “Mio cugino l’ha visto, era un elefante però”). Ecco, allora, capiamoci bene, occorre che pure noi iniziamo a svegliarci.
Esiste una gerarchia, nei problemi
Il problema di Milano è anche l’iscrizione dei bambini di coppie omogenitoriali nei registri è qualcosa che riguarda alcune centinaia di persone. Il problema del traffico, dell’inquinamento, dei quartieri dove prolifera l’insicurezza, il problema dell’assenza della polizia locale sulla strada, il problema di San Siro, il problema delle finanze pubbliche allo stremo, sono problemi che riguardano anche più di un milione e mezzo di persone. Esiste una gerarchia, nei problemi. E la gerarchia vede quella tematica, anche importante, in fondo a una serie di altre.
La carne sintetica, un metodo di distrazione
Il problema della carne sintetica, contro la quale il governo fa provvedimenti, e l’opposizione si accapiglia per dirci che invece la carne sintetica è buona (voglio vederli a convincere un toscano, ma anche tutti gli altri italiani), è un metodo di distrazione. Così come la farina dei grilli. Davvero si può pensare che una carne, che nessuna persona sana di mente si metterebbe nel piatto, magari accompagnata da farina di grilli, sia più importante del fatto che in Lombardia la siccità è a quota -54% di acqua totale, come ci ha detto Stefano Cecchin presidente dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente.
Le priorità agroalimentari della Lombardia
Che più che la carne sintetica è importante che in Lombardia si proceda, e in frettissima, a dotare le fattorie di metodi per interrare i concimi naturali delle mucche per evitare che rilascino ammoniaca nell’atmosfera. E che per far questo bisogna aiutare finanziariamente gli agricoltori. E che più che i grilli, bisogna occuparsi del fatto che le nutrie, i cinghiali, i gabbiani, la popilia japonica, la xylella e mille altre piaghe funestano le nostre produzioni agricole. Forse sarebbe giusto parlare di questo, no? E magari del fatto che i fondi del PNRR non verranno spesi manco per sbaglio.
Ecco, invece del Ponte sullo Stretto bisognerebbe occuparsi del fatto che le autostrade sono un colabrodo
E pure, sarebbe giusto dire che invece del Ponte sullo Stretto, sul quale per carità di patria bisognerebbe procedere – se lo si vuole – nel più stretto riserbo andando a celebrare l’opera solo una volta completata e non con plastici in televisione perché li abbiamo già visti nella nostra gioventù e, quel che è peggio, nella gioventù dei nostri genitori che ormai sono pensionati. Ecco, invece del Ponte sullo Stretto bisognerebbe occuparsi del fatto che le autostrade sono un colabrodo, e che per raggiungere ad esempio la Liguria si viaggia su una corsia per senso di marcia, manco nelle carrettiere del Dopoguerra. E per tutti noi, magari smettiamola di credere agli asini che volano. Perché gli asini siamo noi che ci voltiamo, tutte le volte.