Che cosa si aspettava Giuseppe Conte? Che cosa si aspettava il Movimento 5 Stelle? E che cosa si aspettava il Partito Democratico? Elly Schlein sta facendo esattamente quello per cui è stata chiamata: rispostare l’asse a sinistra. E quello sta facendo, l’ultima volta ieri in aula nel faccia a faccia con la premier.
Il problema è che il Movimento 5 Stelle aveva scommesso che il Pd sarebbe rimasto “centrista”
Il problema è che il Movimento 5 Stelle aveva scommesso che il Pd sarebbe rimasto “centrista” e così avrebbe potuto rosicchiare voti. Non è un caso che alle ultime elezioni, di fronte a un Letta più o meno afono, è andato assai meglio di quanto ci si aspettasse solo due anni fa. Ora Schlein rosicchia e rosicchia. Sale nei sondaggi perché va a riprendere i propri elettori storici.
Il Terzo Polo, intanto, non sfonda. La figuraccia in Lombardia pesa
Il Terzo Polo, intanto, non sfonda. La figuraccia in Lombardia pesa, e non ci si può fare niente. Anche nella città che più aveva amato Renzi, ovvero Milano, i terzisti rimangono al palo. E la Schlein fa riprendere vigore al partito. Il tema è quel che succede dopo. Il Pd si mangia il Movimento 5 Stelle, ma se così fosse, la somma dei due è assolutamente identica. E quindi? Il problema non si risolve, ma è proprio questa la fase politica.
Nulla si muove, tutto è imballato
Il centrodestra si litiga i propri posti, il centrosinistra si litiga i propri voti. E’ una situazione come al solito assai sclerotizzata. E miope. Perché c’è tutta una massa di persone che, là al centro, ora vota a destra ora vota a sinistra a seconda delle idee, delle posizioni, dei provvedimenti. Ed è a quella massa di persone che andrebbero proposte cose nuove, soluzioni che non siano di destra o di sinistra, ma semplicemente giuste. Perché così come la sicurezza non è di destra, l’accoglienza non è di sinistra. Questo è quello che pensano i partiti, da Meloni a Schlein, in una logica che forse andava bene negli anni ’80, ma che oggi proprio no.