Io davvero non capisco come la politica possa sopportare di tutto. La dignità e un minimo di amor proprio, in politica, sono merce talmente rara da risultare quasi introvabile. Vale per tutti i partiti politici. Ma l’ultimo caso, che riguarda Dino Giarrusso, è davvero paradossale. Lui è stato parlamentare del Movimento 5 Stelle. Ne ha dette di tutti i colori sui Democratici. Adesso decide di entrare nel Pd e di sostenere Stefano Bonaccini. Tutto legittimo, per carità.
Ma come può un partito come il Pd accettare di riprendersi gente che ha detto l’indicibile?
Del tipo “Buzzi era iscritto al Pd e lo rivendicava orgoglioso”, riferendosi al capo di Mafia Capitale, o accusando il Pd in Sicilia di favorire la mafia. Ma del resto Giarrusso entrerà perché se il Movimento 5 Stelle è riuscito a fare un accordo di ferro con il Pd malgrado gli insulti (ricordate l’elegantissimo “Pidioti”? E tutto il resto su Bibbiano…), vuol dire che lo stomaco dei Democratici è davvero di un livello superiore.
E che dire delle altre rimpatriate nel partito che fondò Veltroni?
Bersani è pronto a rientrare a gennaio quando solo a ottobre diceva che andavano archiviate le primarie (ovvero l’unica innovazione politica del Pd) e che serviva “un nuovo partito di sinistra”. Dopo averne insomma invocato lo scioglimento, il ritorno a casa. Ma del resto è tutto perfettamente compatibile. Bersani era quello che invocava il rientro a sinistra del M5S, l’accordo, l’alleanza. E il M5S è là, collocato proprio alla sinistra del Pd. Bersani è pronto a rientrare nei Dem, a formare quell’area più vicina ai pentastellati. Tutto si tiene, tutto è parte di un piano politico del tutto coerente. Se andrà bene agli elettori, lo si vedrà alle urne.