Se c’è una cosa che odio è l’incoerenza. Vedrete che in men che non si dica avverrà la riabilitazione al limite della santificazione di Di Maio. Luigi Di Maio il bibbitaro, quello che sbaglia i congiuntivi, quello che non è capace di governare, quello che ha detto che il Movimento 5 Stelle ha abolito la povertà. E altre cazzate simili. Ma adesso è diventato governista, atlantista, occidentale. Fa niente se la verità è un’altra, e il governo e pure l’Ucraina non c’entra niente.
Giuseppe Conte si era preso l’unico vero potere all’interno dei pentastellati
Fa niente che la motivazione vera e finale, reale, sia una molto più prosaica: Giuseppe Conte si era preso l’unico vero potere all’interno dei pentastellati che oggi conta. Ovvero quello di decidere le deroghe ai due mandati, ovvero quello che salva o condanna i parlamentari che hanno già fatto due giri a Roma o nei consigli regionali. Non c’è nient’altro, dietro la scissione di Di Maio. C’è solo l’abilità di un politico nell’unica sua missione principale, ovvero sopravvivere.
E quindi, adesso, non venite a fare i ritratti di Di Maio
E quindi, adesso, non venite a fare i ritratti di Di Maio che però è molto intelligente, che però è davvero bravo a tenere la linea atlantista. Con una mano non riabilitate una delle disgrazie d’Italia mentre magari con l’altra cominciate a picchiare Giorgia Meloni sul fascismo, Matteo Salvini sul razzismo e Silvio Berlusconi sul maschilismo. Non perché la contesa politica sia priva di senso, ma perché la politica si fa con le idee, e non con la demonizzazione o santificazione a giorni alterni.