Sta esplodendo una polemica molto forte sul ministro Giuseppe Valditara. Circola un video, di proprietà di True-News.it, del convegno Italia Direzione Nord, di cui True è mediapartner, nel quale si vede il ministro Valditara dire che l’umiliazione è qualcosa di educativo. Apriti cielo! Ecco, il ministro vuol dire che bisogna umiliare i ragazzi per educarli e tutto il resto. In effetti non è così.
La verità è un’altra
La verità è un’altra. E lo so perché semplicemente l’intervista al ministro l’ho fatta io, io ero su quel palco e quindi so perfettamente che cosa c’è prima e dopo la parte tagliata del ministro. Valditara non stava parlando genericamente degli studenti, e quindi non stava proponendo l’uso del manganello o dei lavori forzati, per farli studiare di più. Valditara stava parlando dei bulli. I bulli che spaccano tutto a scuola, che intimoriscono e spaventano gli altri, che usano violenza ai compagni. E che per queste azioni non possono essere puniti perché hanno meno di 14 anni.
Insomma, come si fa a punire un bullo se la legge non te lo consente?
Insomma, come si fa a punire un bullo se la legge non te lo consente? Secondo Valditara l’importante era far capire al bullo quello che aveva fatto. Come? Facendolo lavorare. Per quanto riguarda il concetto di umiliazione, la parola sicuramente era diciamo così, un po’ troppo biblica per essere compresa. Ma quel che era risultato chiaro, in quell’occasione, è che l’umiliazione era l’effetto del lavoro socialmente utile e che poteva essere educativa perché dire di aver sbagliato vuol dire umiliarsi. Un concetto che nel cristianesimo esiste più o meno da duemila anni: se confessi il tuo peccato, vieni perdonato e questo non esiste più. Giusto? Sbagliato? E’ indifferente. Ma questo è il discorso che Valditara ha fatto a Milano. Non ha mai detto di manganellare gli studenti o di metter loro la palla al piede per farli lavorare nelle piantagioni di cotone.