La montagna ha partorito il topolino. Non ci si poteva aspettare niente di meglio dall’Unione Europea. Riassunto dell’ultima penosa puntata della serie “Come non sanzionare Putin”: l’incontro straordinario del Consiglio europeo con il vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Unione ha deciso solennemente di non importare più il petrolio russo. Embargo! Sì, ma. Fermano il petrolio russo che viaggia per mare. Quello che invece viaggia negli oleodotti, o in altre maniere che non siano le navi, può essere tranquillamente comprato o venduto. Ovviamente l’Ungheria di Orbàn è contentissima, e infatti subito ha fatto sapere che sul petrolio russo, per l’Ungheria, non c’è alcun embargo. Andiamo bene eh. Grande compattezza proprio. Avanti così: con una mano diamo i soldi a Putin per fare la guerra in Ucraina e con l’altra diamo le armi a Zelenksy per difendersi da Putin. Tafazzi, praticamente.
Ue: il patriarca Kirill nella black list delle persone sgradite all’Occidente
In compenso però l’Unione Europea ha preso una decisione fondamentale: ha incluso il patriarca ortodosso Kirill nella black list delle persone sgradite all’Occidente. Sempre meglio di niente: chissà che un giorno o l’altro Kirill possa venirci a molestare come i testimoni di Geova alla domenica mattina. Meglio mettersi al riparo da questo tremendo pericolo.