Allora, c’è un’inchiesta che ipotizza che un servitore dello Stato, un finanziere, abbia violato – accedendo senza autorizzazione – tutte le banche dati che sono a disposizione delle Forze dell’Ordine. Ha cercato e fatto dossier, ha spiato qui e là. E’ finito indagato. Se sarà condannato o assolto lo vedremo, ma qui non rileva. Perché qui parliamo di giornalismo.
Con il finanziere sono finiti nei guai anche i giornalisti
Insieme a questo finanziere sono finiti indagati dei giornalisti. Pare che abbiano avuto “conferme” per articoli che stavano scrivendo. Insomma, sapevano che il finanziere poteva accertare le cose, e semplicemente lo chiamavano: ehi, quel politico sai quante case ha? Ma ha protesti? E roba del genere. O almeno questo si è capito fin qui, ma pure su questo c’è la presunzione di innocenza, soprattutto tra colleghi seri che fanno il loro mestiere. Ovviamente la destra urla che hanno spiato solo loro, e pare abbastanza plausibile. Ovviamente la sinistra urla la propria solidarietà per i giornalisti che hanno dato le notizie.
Il giornalista e la fonte (lecita o illecita)
C’è un fatto che bisogna tener presente quando si parla di queste storie: il giornalista non deve necessariamente curarsi della fonte della notizia. Cioè, se il giornalista non sa e non può sapere se la notizia è stata appresa lecitamente o illecitamente, la pubblica e basta. Ma il giornalista non è un cretino. E sa che se chiede a un finanziere di “verificargli qualcosa” questo come la potrà verificare? Facendo i tarocchi? No: accedendo alle banche dati. E questo accesso sarà per fare un favore? Ovviamente sì. Ma “fare un favore” vuol dire accedere illecitamente. E fin qui teniamo per buona la teoria che i giornalisti chiedono e lui risponde. Pensate un po’ se invece dovesse venire fuori l’inverso, ovvero che lui segnala e loro scrivono.
Ecco, sia detto chiaramente: abbiamo bisogno per la nostra professione, e per la nostra credibilità, che sia fatta chiarezza, che i colleghi ne escano puliti, pulitissimi. Altrimenti tutti noi saremo infangati da una storia che – comunque la si guardi – pare un letamaio ficcato in un ventilatore.