Attenzione al cambio di stagione. E’ un fenomeno interessante e per certi versi affascinante, che racconta davvero tutto dell’Italia. Perché avviene alla chetichella, eppure avviene. E’ come una automobile che prende velocità, sempre di più, sempre di più.
Il fenomeno funziona così
Primo. Un partito politico o un uomo politico inizia a crescere nei sondaggi. Ma intanto c’è ancora il potere precedente, ben saldo al governo. E’ il caso di Giorgia Meloni e Mario Draghi. I media sono tutti schierati con il governo in carica. Non avanzano mezza critica, anche quando si potrebbe e magari ce ne sarebbe bisogno.
Secondo. Il partito emergente continua a consolidarsi tra la gente, nei sondaggi. Che la Lega di Salvini avesse un boost che gli altri non avevano lo capivano tutti, ai tempi. Ma nessuno se la filava, a livello media. Però intanto il Corriere inizia ad assegnare il leader emergente a un giornalista che lo segua, di qui e di là. In questo momento si spengono progressivamente tutte le polemiche, indiscrezioni e notizie non positive sul leader emergente.
Terzo. Il governo in carica viene vagamente sfiorato da qualche critica, che però non faccia male. I contratti con Palazzo Chigi e le partecipate sono importanti per i media. Intanto al leader emergente vengono dedicate sempre più attenzioni. Inizia il corteggiamento. Come adesso con Giorgia Meloni e la convention di Milano.
Quarto. Il governo in carica ormai è alla fine e viene scaricato. Arrivano bordate pesanti ma non le più pesanti. Quelle vengono riservate quando saranno degli ex e non potranno contrattaccare (vedasi Conte). Il leader emergente diventa un fenomeno: ogni cosa che dice fa titolo. Sui giornali inizia ad apparire la dizione “fenomeno Letta”, “fenomeno Salvini”, “fenomeno Meloni”, super qui, super là, eccetera. I social si riempiono progressivamente.
Quinto. I giornalisti “indipendenti”, nel senso che si fanno solo i cavoli loro, si ripiazzano, si ricollocano. Ci sono le nomine Rai da fare, i programmi da assegnare. Il corteggiamento funziona sempre, ma proprio sempre. Il leader ormai affermato si sente amato. Controlla l’informazione, mentre gli oppositori si asserragliano in una rete Rai, in un giornale, in una radio. E da là cominciano a bersagliare il leader affermato finché non si vede all’orizzonte un nuovo emergente. E si ritorna al punto uno.
Questa è l’indipendenza dell’informazione: somiglia a un cambio di stagione perenne.