Nella giornata del 27 aprile scorso l’assemblea dei soci de Il Sole 24 Ore ha provveduto a indicare le nuove figure di riferimento per il consiglio di amministrazione, indicando l’avvocato 52enne Mirja Cartia d’Asero come nuovo amministratore delegato al fianco del confermato presidente Edoardo Garrone.
Una manager di lungo corso
Nata a Catania il 22 novembre 1969, laureata in Giurisprudenza nell’ateneo della città etnea e avvocato dal 1996, Cartia è stata scelta dall’azionista di maggioranza Confindustria, la cui lista ha ottenuto un numero di voti favorevoli pari a 87,55% del capitale votante, per presidere un CdA in cui entrano anche nomi di peso come Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano, e Claudia Parzani, neo-presidente di Borsa Italiana, scelta come vicepresidente.
La sua carriera la ha portata sino ad ora a ricoprire incarichi di peso, fin dagli esordi in Clifford Chance, società multinazionale di studi legali, tra le prime sette al mondo per fatturato, in cui ha operato tra il 1996 e il 2001. Lì e nella successiva esperienza ad Allen and Overy (2001-2005) ha maturato una grande esperienza nel settore real estate che poi la ha portata a giocare un ruolo importante in una strategica banca come Lehmann Brothers negli anni in cui si avvicinava il drammatico default del colosso finanziario Usa.
Con Lehmann nella tempesta
Dal 2005 al 2008 Cartia ha lavorato nel settore Real Estate di Lehmann Brothers tra Milano e Londra. La notizia del default del gruppo la colse completamente alla sprovvista. “Cartia”, raccontava Repubblica nel 2015, nel fatidico settembre 2008 “era appena rientrata dalla maternità”, essendo nata quell’anno la sua unica figlia e si accorse che molti dei suoi colleghi presentavano richieste per una sola autorizzazione: volevano comprare azioni della loro stessa società. Era l’inizio di settembre del 2008 e il valore del titolo, in picchiata da mesi sulla Borsa di New York, sembrava l’occasione del secolo. Che potesse fallire una banca d’affari di Wall Street restava fuori dal radar mentale dei dipendenti“.
Quando si produsse la bancarotta da 613 miliardi, la più grave della storia, per il rifiuto del governo statunitense di procedere al bail-out di Lehmann, lo shock provocò un collasso dell’economia mondiale più grave che nel ‘29, venti milioni di disoccupati in Occidente, la crisi dell’euro e una tempesta che ancora oggi fa sentire i suoi echi nell’economia globale. Ebbene, Cartia, che nel profilo sul sito del Gruppo 24 Ore non indica Lehmann col suo nome riferendosi a una “banca d’affari internazionale”, rimase sulla tolda di Lehmann negli anni durissimi della liquidazione, lavorando al fianco dei curatori fallimentari di Pwc.
Trovandosi a dover gestire la rimozione dei cocci, Cartia si è costruita la fama di abile organizzatrice. Nel 2015 risultavano vendute le quote in mano a Lehman della Sator di Matteo Arpe, del fondo semi-pubblico F2i e di partecipazioni immobiliari in Prelios, Aedes, Beni Stabili e Cordea Savills che avevano consentito di rimborsare l’85% degli oneri della filiale italiana di Lehmann Europe. ” All’inizio gli ex dipendenti la aspettavano sotto casa per sapere del loro bonus o della liquidazione”, ricorda Repubblica, ma Cartia seppe, secondo le figure del settore, ben comportarsi.
La corsa verso la guida del Sole
Finita l’opera di liquidazione, Cartia è stata chiamata a far parte del CdA di Prelios, in cui è rimasta fino al 2018, e in parallelo ha ricoperto, da fine 2015, il ruolo di Socio Co-Fondatore e Amministratore Delegato di una società (ReStar) attiva nel settore dei crediti deteriorati con sottostante real estate. Da novembre 2019 ReStar è stata acquisita da Guber Banca, società nella quale ha svolto il ruolo di Head of Real Estate.
Dal 2017 a oggi, inoltre, è nel CdA di Italmobiliare S.p.a., gruppo facente capo alla famiglia di immobiliaristi Pesenti uno dei cui esponenti, Carlo Pesenti, è amministratore delegato.
Tra il 2018 e il 2021 è stata nel CdA di Ferrovie Nord Milano e nel 2020 ha fatto il suo ingresso all’interno di quello del Gruppo 24 Ore, alla cui testa arriva dunque dopo il siluramento di Giuseppe Cerbone da parte di Confindustria. Il punto di arrivo di una carriera ampia e complessa per Cartia, condotta nel cuore del settore real estate con un’attenzione particolare a Milano. Di cui il gruppo di Viale Sarca vuole tornare dinamico protagonista economico, culturale, imprenditoriale.