Due giorni fa, a Roma, c’è stata una grande manifestazione della Cgil, ovvero del più grande sindacato italiano. Ovviamente di motivi per manifestare, per quanto riguarda il mondo del lavoro, ce ne sono a iosa. Per esempio, il fatto che i salari italiani sono gli unici in Europa, insieme alla Grecia, che sono diminuiti rispetto a 20 anni fa. Una roba che solo a pensarci viene il mal di testa e ci sarebbe da vergognarsi, chiunque abbia governato.
Poi c’è la questione degli incidenti sul lavoro: come si può morire di lavoro, ancora oggi?
Tre morti al giorno, da inizio anno 677 vittime. Una vergogna, per chiunque abbia governato. Poi c’è la questione degli schiavismi: il rider licenziato da un algoritmo è solo l’ultimo caso, ma c’è la povera gente che da Nord a Sud vive situazioni allucinanti. A Milano una camera (non una casa, una camera), viene affittata a oltre 700 euro. Risultato: un operaio non può affittare una camera. Nel Meridione il lavoro, quando c’è, è di bassa qualità. Roba da vergognarsi, chiunque abbia governato. Detto questo, e sia detto sommessamente.
Cosa ci faceva in piazza il ministro del lavoro, Andrea Orlando?
Ma che cavolo ci faceva in piazza il ministro del lavoro IN CARICA, ovvero Andrea Orlando? Protestava contro se stesso? Protestava contro il suo partito, che dal 2013 è stato ininterrottamente al potere salvo la breve parentesi Lega-M5S? E che ci faceva in strada Giuseppe Conte, che è stato presidente del consiglio con tre maggioranze diverse? Semplice: usavano la piazza. Usavano quelle persone, che protestavano per motivi giustissimi, per cercarsi un po’ di consenso. Un antipasto di quel che succederà nei prossimi mesi, con la Meloni al Governo. Non vorrei abitare a Roma, francamente, perché la Capitale ribollirà di contestazioni, striscioni, slogan. A volte utili, ma molto spesso inutili passerelle per politici che cercano una nuova verginità.