Rischia di essere un’estate fredda per il turismo di lusso italiano. L’assenza dei russi peserà sul due per cento del fatturato del settore turistico con un danno per quello ricettivo stimato tra i 900 milioni e i 2 miliardi di euro. A pagarne le spese sarà soprattutto la Sardegna.
Intervenuto nelle scorse ore a Mattino Cinque, il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ammette che la “presenza dei russi in Italia rappresenta l’uno per cento, come fatturato il due per cento, ha quindi il suo peso ma quest’anno dovremo rinunciarci. L’importante è non perdere tutto il resto”. Insomma se, come calcolava l’Istat nel 2020, le attività connesse al turismo in Italia valgono circa 93 miliardi di euro (il 6 per cento del Pil italiano), quest’anno andranno in perdita 1 miliardo e 860mila euro. Che il ministro spera di recuperare dai viaggiatori europei: “Gli incontri a Bruxelles – ha continuato in diretta tv – vanno in questa direzione, ovvero non perdere tutto il resto, permettere ai nostri cittadini di viaggiare e agli operatori di fatturare”. E soprattutto dagli americani che, però, appaiono scettici, sempre secondo Garavaglia: “Un sondaggio fatto in America dice che il 47% degli americani sostanzialmente deve decidere se venire o no in Europa – ha spiegato il Ministro – l’importante è dare una percezione di sicurezza altrimenti c’è il rischio di perdere una buona fetta del mercato americano e questo fa molto male alla nostra industria, motivo in più perché questa terribile guerra finisca molto velocemente“.
“Dietro l’industria del turismo – ha inoltre aggiunto il Ministro – ci sono famiglie che lavorano, ci sono lavoratori, ci sono imprese che rischiano di chiudere, è fondamentale che l’industria riparta molto velocemente e che ognuno faccia la propria parte“.
La Sardegna punta sui paesi baltici…
Si aspetta di capire, però, come potrà ripartire l’industria e come saranno sostenute quelle aziende il cui fatturato è fortemente legato ai viaggiatori russi. A partire dalla Costa Smeralda dove ogni anno arrivano almeno 40mila turisti dalla Russia che possiedono o prendono in affitto ville di lusso e yacht. A true-news, l’assessore al Turismo della Regione Autonoma, Giovanni Chessa si arrende: “Purtroppo, non ci sono possibilità per rimediare all’inevitabile calo di turisti russi, dovuto alle sanzioni imposte per il conflitto in Ucraina. Cercheremo di puntare maggiormente su altri mercati internazionali che possano rimpiazzare, almeno per quest’anno, quel mercato”. Da Cagliari fanno sapere che “la Regione ha appena partecipato alla fiera di Parigi, a breve la Sardegna sarà a quella di Tel Aviv e poi a Francoforte. C’erano dei progetti anche per i paesi baltici”. Ma basteranno a rimpiazzare la pesante, in termini di soldi, assenza dei turisti russi?
Tracollo per gli albergatori sardi
Un tracollo evidente, come sottolinea all’Adnkronos, il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca: “L’assenza del turismo in arrivo da aree come Russia, Ucraina e Bielorussia avrà un impatto a livello regionale che si aggira intorno ai 100 milioni di euro una metà riguarda il settore alberghiero e l’altra l’indotto tra ville, yacht, aeroporti, elicotteri e altri servizi”. Al mancato arrivo di turisti russi, si aggiunge – prosegue Manca – “l’incremento dei costi per l’energia, un ulteriore colpo al nostro settore. siamo aziende energivore con una filiera larghissima e dobbiamo sopportare l’aumento su ogni singolo passaggio dell’intera filiera”.
Perdite anche a Roma
Ma la deblace economica supera i confini dell’isola sarda. Anche a Roma “le perdite di fatturato varranno circa mezzo miliardo di euro per il solo settore dell’accoglienza”, come dichiarano in una nota Unimpresa, organizzazione che rappresenta oltre 120.000 micro e piccole imprese di tutti i settori produttivi, e Asstri, l’Associazione strutture ricettive extra alberghiere. La paura di partire, a causa della guerra, è tanta: sia da chi arriva dall’Europa dell’Est sia da parte degli americani.
“I turisti russi e americani valgono circa il 7% in termini di presenze sul territorio italiano – dichiarano il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, e il direttore generale di Asstri, Edoardo Lo Foco. E non è tanto questo a preoccupare quanto il resto del mercato che purtroppo sarà condizionato dai due player”.
La Russia pesa in termini di presenze registrate, a 5.311.276 per 1.778.720 di arrivi: ecco la dimensione del flusso turistico che verrebbe a mancare. Senza contare che un duro colpo si potrebbe generare anche dal calo dei turisti provenienti dagli Stati Uniti d’America che pesano per 6.092.754 arrivi per 16.302.928 di presenze. Gli americani spendono in vacanza e a dirlo non sono solo i detti popolari ma i numeri: la spesa media di un cittadino degli Usa in Italia è pari a circa 170 euro, superiore del 65% rispetto alla media. Ne consegue che il solo settore ricettivo corre il rischio di fare i conti con una perdita tra 900 milioni di euro e 2 miliardi di euro.