I nodi vengono al pettine. Tutti. Per un momento solleviamoci dalle italiche miserie, quelle che vediamo nel peggior parlamento di sempre, che fa rimpiangere i nobilissimi peones di vent’anni fa. Questi sono nanetti avidi che solo dopo essersi intascati la sicurezza della pensione hanno staccato la spina al governo. Viene da chiedersi, oggi, dove siano finiti tutti quelli che nel marzo, aprile, maggio, giugno 2020 e poi per tutti i mesi del governo Conte durante la pandemia, lo additavano a modello ed eroe, in opposizione alla Lombardia. Intanto noi siamo qui, e Conte ha fatto il patatrac, con la complicità del Pd che lo supportava sul campo largo, e di Forza Italia e della Lega e delle loro alchimie per tornare al voto (ma conviene a Berlusconi e Salvini? Mah). Però noi astraiamoci, voliamo un filo più alto.
Dove sono finiti quelli che pensavano che la Russia sarebbe morta se noi non gli compravamo il gas?
Siamo nel mezzo di una guerra non in Ucraina, ma nel mondo. Da una parte c’è Putin che – sulla sua chiarezza non ci sono dubbi – sta dicendo con brutalità che non è il Donbass il problema, ma l’ordine mondiale occidentale. Sta dicendo che una parte del mondo, ovvero Cina, India e Russia, vuole sovvertire la logica per la quale comanda l’Europa insieme agli Stati Uniti. E’ una guerra planetaria, non la guerra in Ucraina. E alle parole seguono i fatti: con una mano stringe alla gola l’Europa e la Germania privandole del gas, e contestualmente vende tutto alla Cina (ci sono i numeri dell’import export che lo comprovano). Dove sono finiti quelli che pensavano che la Russia sarebbe morta se noi non gli compravamo il gas? Chissà.
In tutto questo il mondo occidentale è conciato più o meno così
In Gran Bretagna Boris l’istrionico capo della destra saluta con un Hastalavista e se ne va. Caos politico. In Francia Macron ha vinto ma non ha la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale. Che cosa vuol dire? Che è in sella, ma deve fare i conti con situazioni complesse ogni giorno, a livello politico. In Germania si rimpiange la Merkel, e comunque la situazione è assai compromessa a livello economico: senza il gas russo il gigante europeo è in ginocchio. In Italia si va verso elezioni e il solito, incredibile casino. E poi ci sono gli Stati Uniti, il vero, gigantesco problema. Il disastro era annunciato: tra un pazzo e un debole, hanno scelto un debole. E posso anche capirlo, per carità. Ma gli Stati Uniti sono il perno e l’asse fondante della nostra geopolitica. E sono deboli, debolissimi. Non c’è un segnale forte, una guida. In Europa non c’è più nessuno, mentre l’inflazione galoppa, la bolla dei titoli tecnologici è scoppiata e ci sarebbe da ricostruire dopo due anni di virus. In una guerra del genere, le beghe dei taxi, dei balneari e di quattro scappati di casa marcati 5 stelle, sembrano – come diceva qualcuno – “scoregge sparate nello spazio”.