La fama di magnate filantropo l’ha accompagnato nello sbarco in Europa la scorsa primavera, quando a sorpresa ha vinto la corsa per acquistare il Chelsea che era stato ‘tolto’ dalle autorità britanniche a Roman Abramovich e messo forzosamente sul mercato. I primi mesi da proprietario dei Blues hanno confermato l’inclinazione di Todd Boehly a non badare a spese e, sostengono i maliziosi, anche a fare beneficenza in questo caso calcistica.
Lukaku all’Inter, un vantaggio per i nerazzurri
Così chi lo critica ha giudicato l’operazione Lukaku: centravanti belga strappato un anno fa all’Inter dalla vecchia proprietà per 115 milioni di euro, reduce da una stagione negativa, restituito ai nerazzurri con una formula di prestito molto vantaggiosa. Per l’Inter, non per il Chelsea che aveva l’urgenza di liberarsi del problema ma che ha scelto una soluzione irrituale per i canoni del calciomercato. Malignità a parte, Boehly non si è davvero tirato indietro davanti a nulla quando si è trattato di finanziare il nuovo corso del Chelsea, club pagato la bellezza di 5 miliardi di euro 84,25 in sterline) stabilendo un primato mondiale nel calcio e fornendo a tutto il sistema nuovi benchmark di riferimento nella valutazione dei marchi e del possibile business pallonaro.
Boehly ha dato il via libera alla più costosa campagna di mercato mai registrata da giugno a settembre in Europa
Sbarcato a Londra, Boehly ha dato il via libera alla più costosa campagna di mercato che si sia registrata da giugno a settembre in Europa e nel mondo. Chi tiene i conti è arrivato a quota 324 milioni di euro, una montagna di denaro che ha fatto la fortuna di tanti interlocutori a caccia di soldi freschi per sistemare il bilancio. E’ il caso dell’Inter, che ha girato al Chelsea un baby promettente della Primavera per 20 milioni di euro, ma anche del Brighton che per lasciar partire il buon (ma nulla più) Cucurella ha preteso un assegno da 73 milioni prontamente liquidato. E poi Fofana (87), Sterling (55) e Koulibaly che a Napoli si sarebbero anche tenuti volentieri ma che era a un anno dalla scadenza del contratto e rischiava di trasformarsi tra qualche mese in un parametro zero di lusso. Niente di tutto ciò: Boehley ha spedito un bonifico di 40 milioni a De Laurentiis e ha tolto tutti dall’imbarazzo.
23 milioni di euro per portare al Chelsea l’allenatore del Brighton
L’uomo d’affari statunitense, che nello sport non è uno sprovveduto essendo anche co-proprietario della franchigia della MLB dei Los Angeles Dodgers, non è il primo nuovo presidente che si affaccia sul calcio europeo non guardando alle spese per farsi accettare dal proprio popolo. La cosa che ha fatto alzare più di un sopracciglio è stata, però, la noncuranza nel proteggere i primi investimenti. Lukaku, ad esempio, era stato inserito al primo posto sulla lista degli indesiderati direttamente da Thomas Tuchel, allenatore e per i mesi estivi plenipotenziario di mercato di una società ancora senza un organigramma rifinito. Tuchel che ha cominciato il suo rapporto con Boehley da uomo con la massima fiducia a scaricato di lusso, fino all’esonero di inizio settembre dopo i primi stenti in campo della squadra. E per prendere il suo successore, il magnate ha realizzato un altro record mondiale versando 23 milioni di euro, quasi il cartellino di un buon giocatore, per convincere il Brighton a lasciar libero Potter, il proprio allenatore. Le regole della Premier League lo consentono, ma mai un tecnico era stato pagato una cifra così alta.
Ha in testa di continuare lo shopping miliardario nel mondo del pallone acquistando altri club
Il vulcanico Boehly non ha ancora finito di sorprendere. Ha in testa di continuare lo shopping miliardario nel mondo del pallone acquistando altri club in giro per il pianeta, così da imitare la rete creata dal Manchester City e che ora comprende anche il Palermo. L’obiettivo? Far crescere i giovani talenti formati in casa senza che si disperdano e, magari, riuscire ad avere i Cucurella del futuro senza doversi svenare. Le risorse non mancano, le capacità vedremo. Intanto ha proposto di creare l’All Star Game della Premier League, sfida tra stelle del Nord e del Sud da vendere nel mondo come si fa negli sport professionistici americani. La prima risposta è stata un po’ freddina, ma il sospetto è che Todd abbia le risorse e la pazienza per tornare alla carica.