C’è un che di ironico, a vedere come sta andando la COP28, ovvero il summit mondiale sul clima, che si sta svolgendo negli Emirati Arabi Uniti, che dunque ne detengono la presidenza. Stava andando tutto bene. Tante promesse, tanti stanziamenti, tante buone intenzioni. Certo, una COP28 nella quale finalmente si va oltre la retorica: ci sono i soldi, e ci sono le dichiarazioni anche spiazzanti. Come quella del democratico John Kerry, che sceglie di dare una mano a Matteo Salvini dicendo che il nucleare, se si vuole l’energia pulita, va necessariamente rafforzato.
Cop 28, il presidente Ahmed al Jaber nella storia dei paradossi
Poi però arriva lui. Si chiama Ahmed al Jaber. E’ il presidente della COP28. Ovvero il presidente della conferenza sul clima, che – ma guarda che caso – è anche la guida della compagnia petrolifera del paese. E già qua ci sarebbe da ridere. Ma quel che dice al Jaber entrerà di diritto nella storia dei paradossi. Scandisce al Jaber: “Senza combustibili fossili si torna alle caverne”. Quindi, c’è un negazionista alla guida della conferenza mondiale sul clima. Geniale. Che poi, però, a pensarci bene il problema è a monte. Forse al Jaber ha semplicemente detto quello che pensa lui e quello che pensa il principale produttore di petrolio al mondo: che il petrolio serve. Sarebbe come andare in una osteria a fare una riunione degli alcolisti anonimi e dare la parola all’oste. Sarebbe strano che dicesse che il vino fa male. Oppure no?