Oggi menzione speciale per Giorgio Dell’Arti. Giornalista, storico, scrittore, 78 anni, autore di una cosa talmente utile da risultare indispensabile: la “Spremuta”. Ovvero una rassegna stampa che ogni mattina alle 6.30 arriva per e-mail, ma non la solita rassegna corporate noiosa e inutile. No: è come leggere tutti i giornali in 20 minuti riuscendo a capire il mondo. Con tanto di citazioni, cultura diffusa. Insomma, un prodotto bellissimo. Che non può che diventare oggetto di mio pubblico elogio per quanto scrive oggi: “Un giorno qualcuno ci spiegherà perché tutti gli organi di informazione prendano sempre per buona qualsiasi cosa pubblichino la Cgia di Mestre in campo sociale e del lavoro e la Fondazione Gimbe in campo sanitario. Forse perché queste due organizzazioni non istituzionali rilasciano comunicati già bell’e pronti che non richiedono ulteriore lavoro redazionale?”.
Dell’Arti, le fonti e la loro verifica
Ecco. Questa cosa delle fonti è importante. Perché io ricordo la Fondazione Gimbe che dichiarava e dichiarava e dichiarava durante la pandemia, invadendo l’etere e il web di dati – tutti sempre e comunque contro la Regione Lombardia, che poi aveva i suoi, ufficiali. E ricordo le statistiche della Cgia di Mestre. Tutto questo finisce in circolo. I giornalisti dovrebbero quantomeno controllare. E invece no. Si copia. E poi si pretende rispetto. Non va bene. Non va per niente bene