Arriva da Torino la sfida ferroviaria a Trenitalia e Italo. A inizio settembre l’mpresa ferroviaria Longitude Holding S.r.l. ha informato l’Autorità che intende operare nuovi servizi ferroviari di trasporto passeggeri su diverse tratte che coprono l’intero territorio nazionale: Roma – Reggio Calabria, Torino – Milano – Lecce, Torino – Milano – Reggio Calabria, Roma – Venezia, Torino – Milano -Venezia, Roma – Genova -Milano. L’azienda ha proposto anche di lavorare a un servizio ferroviario di trasporto internazionale passeggeri sulla tratta Milano – Innsbruck – Monaco di Baviera via Brennero.
La palla passa adesso nelle mani del gestore dell’infrastruttura, quindi Rete Ferroviaria Italiana, che dovrà vagliare la verifica dell’equilibrio economico del contratto di servizio pubblico interessato. Poi i treni di Longitude potranno sfrecciare sui binari italiani.
Longitude Srl, il ritorno sui binari degli Arena
Quella delle tratte Longitude, società a responsabilità limitata con sede a Torino, è una sfida dell’amministratore unico della società, Guglielmo Pepe, commercialista, affiancato – come si evince dal bilancio 2022, consultato da True-News.it – dai soci Gabriella Longo e Matteo Arena. Arena è un nome interessante: su Linkedin risulta, da gennaio 2023, ceo di Arenaways, società del più noto Giuseppe Arena, ex capostazione Fs e dirigente di Trenitalia, al centro di una lunga vicenda giudiziaria legata all’omonima azienda. Non un esordio, quindi, nel settore ferroviario per il 72enne torinese. Che ha da sempre avuto nel mirino il mondo dei trasporti: nel 2001 fondò l’impresa ferroviaria Strade Ferrate del Mediterraneo (SFM), che avrebbe dovuto sviluppare traffici merci ma la cui licenza fu trasferita tre anni dopo alle Deutsche Bahn. Ma soprattutto Arenaways si era posta l’ambizioso obiettivo, tra il 2010 e il 2012, di esordire nel panorama dei gestori privati ferroriaviari, alternativi a Trenitalia.
La lotta di Arena con Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari (URSF)
All’inizio del 2010 Arenaways annunciò un’offerta di corse ferroviarie lungo le direttrici ferroviarie tra Milano e Torino. L’intenzione era di operare come un InterCity con prenotazione obbligatoria. Gli intoppi non tardarono ad arrivare. Nei primi giorni di novembre del 2010, l’Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari (URSF) del Ministero delle Infrastrut ture e dei Trasporti espresse un parere contrario al servizio proposto da Arenaways: secondo l’ufficio la società avrebbe voluto offrire, tra Milano e Torino, un servizio di stampo regionale, diverso da uno interregionale sulla scorta dell’InterCity. Secondo l’URSF[9], infatti, il servizio della società piemontese, prevedendo fermate intermedie tra i due capoluoghi di regione, avrebbe compromesso l’equilibrio economico del contratto di servizio di Trenitalia.
Il fallimento e la battaglia giudiziaria
Arena fu così costretto a riformulare l’offerta: niente fermate intermedie fra i due capoluoghi ma solo utilizzo del percorso settentrionale dell’anello, quello passante per la stazione di Novara. Insomma i treni di ArenaWays divennero regionali. Il servizio partì nell’autunno del 2010 ma con scarsi successsi: i dati sulla tratta Torino-Milano riportarono una media giornaliera di circa centodieci utenti e una media settimanale oscillante tra gli ottocento e i millecento. Arena diede colpa alle limitazioni imposte dall’URSF e da Trenitalia. Nel 2011 gli azionisti di maggioranza e co-fondatori della compagnia gettarono la spugna. Libri in tribunale e via all’istanza di fallimento. Fu il colpo di inizio di una guerra giudiziaria conclusasi solo lo scorso 13 febbraio quando la Corte di Cassazione, confermando la sentenza del Tar, che a sua volta ribaltava il pronunciamento del Consiglio di Stato, stabilì che “Trenitalia e Rfi attuarono comportamenti anticoncorrenziali nei confronti di ArenaWays“.
Battaglia nelle aule di giustizie vinta per Arena che ora ci vuole riprovare. Ancora una volta lanciando la sfida a Trenitalia. E ora anche a Italo. Già qualche anno aveva provato a tornare sui binari con il progetto Go Concept, un collegamento nord e sud Italia che però non riuscì a portare a termine. Adesso è la volta di Longitude.
Il bilancio 2022 di Longitude Holding Srl
Il bilancio di Longitude Holding Srl, al momento, dice poco. La società, come riportano le note integrative, è in procinto di lanciare la sua attività. Ha chiuso l’esercizio con numeri esili: fatturato di 2mila euro, 956 euro di costi di produzione, utile di 1045 euro. 275mila euro di immobilizzazioni e un misero attivo circolante di 4883 euro. Chissà che i numeri non crescano con il ritorno di Arena sulle tratte ferroviare italiane.