Perché leggere questo articolo? Dopo un mese tornano i trattori a Bruxelles sono tornati a protestare i trattori. Gli agricoltori inscenano una protesta non proprio elegante, anche se la PAC ormai è realtà
Un’altra giornata di trattori a Bruxelles. E soprattutto letame. I palazzi dell’Ue sono assediati dagli agricoltori e dai loro mezzi che tornano a occupare le strade della capitale belga. Dopo un mese, tornano i trattori, nel segno di una protesta non proprio elegante, ma meno violenta di quelle che abbiamo conosciuto fino a ora. Una jacquerie, protesta contadina contro il centro del potere dell’Europa all’insegna del concime che nutre i campi e che agli agricoltori – così lamentano – costa sempre più. I trattori vogliono meno lacci e oneri nella produzione.
L’arma letale dei trattori contro Bruxelles che orami sta una PAC
Per tutta la mattina tra la sede della Commissione e il Consiglio europeo, dove sono riuniti i 27 ministri dell’Agricoltura, volano petardi, uova, patate e letame. I trattori sono fermati della polizia, senza troppi problemi. Sono semplici scaramucce, non ci sono più le adunate oceaniche di mezzi agricoli che fino a un mese fa bloccavano il cuore dell’Unione.
Sicuri dietro le vetrate dei palazzi si discutono gli ultimi dettagli della PAC, la Politica Agricola Comune, contro cui da mesi si scagliano i trattori. Gli agricoltori incolpano la PAC di aggravare gli effetti delle riforme ambientali e dell’aumento dei costi. Quel Green Deal europeo, che di fatto Ursula von der Leyen si è rimangiata di fronte alle proteste. Il Green Deal avrebbe voluto puntare a “Emissioni Net zero”, una riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Le parti più ecologiste del piano di von der Leyen sono andate a farsi benedire, ma il grosso della questione economica della PAC sembra andare in porto. In questi giorni a Bruxelles si stanno limando gli ultimi dettagli.
Cosa hanno ottenuto i trattori dal compromesso con Bruxelles
Tre mesi di campagna elettorale per le Europee in assetto anti-sommossa non conviene a nessuno. Si vuole andare incontro ai trattori. E infatti la PAC prevede un meccanismo premiante per gli agricoltori che inquinano meno. Ma ci saranno delle deroghe per tutti. Ad esempio, in caso di condizioni climatiche non prevedibili. In più le piccole aziende, quello con meno di dieci ettari di terreno, saranno esentate dalla condizioni della PAC che prevede fra l’altro la rotazione delle colture.
Una svolta che abbassa la tensione e non smonta le misure ambientali in toto. Le aziende con meno di dieci ettari impiegano il 65% dei produttori, ma soltanto il 10 per cento della superficie coltivata in Europa. Gli agricoltori protestano, l’Europa fa concessioni, e la a politica sale sul carro dei trattori. E’ bastato un braccio di ferro – pacifico, anche se animato dalle occupazioni delle principali arterie stradali del continente – perchè l’Europa cedesse ai trattori. I mezzi agricoli della protesta hanno circondato il Parlamento europeo, e le istituzioni – riunite al suo interno per la Plenaria – si sono arrese.
Le proteste vanno scemando
I trattori lamentano di avere troppo restrizioni sull’ambiente e troppe richieste burocratiche. A loro volta, gli agricoltori continuano a chiedere sussidi più equi, un ritardo dell’immissione sul mercato europeo della carne sintetica (per cui alcuni Paesi tra cui l’Italia hanno chiesto una dilazione di 12 mesi), e anche misure che regolino l’uso di impianti fotovoltaici su terreni produttivi e la diminuzione del costo dei carburanti. L’impressione ormai è che il tempo della lotta dura sia terminato. A Bruxelles sta scoppiando la PAC.