Per molte persone il ritorno in ufficio implica anche il ritorno in ascensore. E quindi condividere un luogo angusto con colleghi e sconosciuti, dopo un anno passato a evitare assembramenti. Mentre le aziende si preparano fissando un limite massimo di persone nei loro ascensori, anche i produttori di questi mezzi si devono adattare al nuovo mondo post-Covid.
Il problema non riguarda solo gli affollamenti. Anzi, rimane anche se si viaggia da soli, perché bisogna pur scegliere il piano in cui andare, e quindi toccare il tasto di conseguenza. Altro trigger in tempi pandemici, quello delle superfici contaminate. Ebbene, già da qualche anno le aziende del settore offrono alternative touchless, che ovviamente in questi mesi risultano particolarmente interessanti. Invece della tastiera classica, ecco dei sensori di movimento che registrano gli spostamenti della mano sui tasti, senza che sia necessario pigiarli. Esistono poi modelli dotati di riconoscimento vocale in cui è sufficiente dire in quale piano si desidera andare. Infine, alcuni produttori stanno promuovendo anche modelli dotati di app con cui interagire via smartphone.
E dire che già prima dell’emergenza Covid, in tempi non pandemici, gli ascensori si accompagnavano a timori e ansie. Come quella dell’ascensore bloccato, ad esempio, la paura di rimanere chiusi dentro e che l’aria al suo interno “finisca”. Ma è solo paranoia, appunto: “Anche se si rimane intrappolati”, ha spiegato al sito Marker Stephen Nichols, un ingegnere dell’azienda Otis, “l’aria all’interno dell’ascensore non è mai viziata”. Tutt’altro: “è uno dei luoghi con maggior riciclo d’aria dell’edificio”.
In qualche modo, quindi, torneremo a farci scorrazzare dagli ascensori, anche negli uffici. Del resto, è noto che i primi mezzi di questo tipo erano stati pensati per le cose, non le persone. All’epoca, infatti, li si consideravano troppo pericolosi per gli esseri umani. Solo col tempo, insomma, abbiamo imparato a fidarci – e torneremo a farlo.