Perché leggere questo articolo? Il governo tedesco ha annunciato un piano per tagliare il budget di 30,6 miliardi il prossimo anno. Dopo un decennio di aumento della spesa, finisce un’era. L’austerity in salsa tedesca è un duro colpo per tutta l’economia europea.
La fine di un’epoca. Dopo un decennio di aumento della spesa, mercoledì il governo tedesco ha annunciato l’adozione di un piano di austerity. Il governo di Olaf Scholz punta a un taglio del budget per il prossimo anno di oltre 30 miliardi. La riduzione dei fondi per la sanità, l’assistenza sociale e i trasporti pubblici non è una brutta notizia solo per la Germania. La brusca frenata della locomotiva d’Europa è un pessimo segnale per l’intero continente.
L’austerity in salsa tedesca
L’annuncio del governo tedesco del piano di austerity da -30,6 miliardi di euro sul budget federale è foriera di scontri politici. All’interno della coalizione che supporta l’esecutivo del socialdemocratico Scholz, i liberali si dichiarano favorevoli. I drastici tagli al bilancio sono frutto del ministro delle Finanza, Christian Linder, che è il presidente del Partito Liberal Democratico. “Siamo solo all’inizio della svolta fiscale. Dobbiamo liberare lo stato dal debito senza gravare le persone e le imprese con più tasse” ha dichiarato Lindner.
C’è austerity e austerity. I tagli annunciati dal governo sono decisamente superiori alle stime annunciate il mese scorso dal ministro dell’Economia, Robert Habeck. Il leader dei Verdi – il secondo partito della coalizione con oltre 100 deputati al Bundestag, il parlamento tedesco – ipotizzava un taglio tra i 18 e i 21 miliardi. Quasi la metà del documento di austerity proposto di recente del governo, che dovrà essere approvato dal Parlamento il prossimo autunno.
L’austerity divide la Germania
L’aumento del debito pubblico a causa della pandemia di coronavirus e della crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina ha reso inevitabili i tagli. L’obiettivo di Scholz e dei liberali è di riportare il paese a politiche fiscali più rigorose che rispettino il freno al debito. La costituzione tedesca sancisce un limite di spesa per il governo. E la Germania da più di un decennio si è erta a paladina dell’austerity in Europa.
Ora però la “locomotiva d’Europa” deve affrontare l’arrivo della spending review in casa propria. Una decisione che – per usare un eufemismo – non trova tutti d’accordo. A partire dai sindacati, che hanno fortemente criticato la proposta del governo. L’insistenza di Lindner sul ritorno al freno all’indebitamento, è vista come “un freno al futuro” da Stefan Körzell, presidente della Federazione tedesca dei sindacati. Trenta miliardi in meno per l’austerity rischiano di essere una grossa zavorra alla transizione verde, più volte annunciata da Berlino.
Qualcosa che ci riguardano da vicino
Anche in Germania la prima cosa da tagliare sembra essere l’istruzione. Come in un brutto sogno ricorrente poi, l’austerity tedesca colpirà i trasporti (con un sostanziale taglio del budget previsto per l’operatore ferroviario tedesco Deutsche Bahn, protagonista della stagione del biglietto a 9 euro per tutti). In linea con le usanze di casa nostra, invece, sembra essere la scelta di Berlino di non tagliare in un settore che ci riguarderebbe da vicino. L’austerity non riguarderà infatti il bilancio della difesa, che per la prima volta dopo tanti armi il governo Scholz aveva deciso di aumentare. Il riarmo tedesco prosegue: nel 2024 il budget della difesa passerà da 50 a 52 miliardi di euro. Scholz ha poi ribadito che il governo attingerà a un fondo speciale di 100 miliardi di euro per gli armamenti in modo da raggiungere l’obiettivo NATO di spendere il 2% del Pil per la difesa.