Sala, uscendo da un lungo letargo, si schiera contro la DAD (didattica a distanza): “Giovani, fate sentire la vostra voce”. Ma anche contro la Regione, che metterebbe tutti di fronte al fatto compiuto. La verità è che la campagna elettorale si è allungata fino a ottobre e gli argomenti languono. “Dire scuola per noi significa dire futuro – insiste Sala – siamo obiettivamente preoccupati per gli esiti formativi ed emotivi con cui la pandemia sta impattando sulle vostre generazioni e chi ha da pronunciare la parola definitiva su come ci avvieremo al futuro dovreste essere voi, proprio voi giovani. Le vostre richieste giungono magari non coordinate e magari occasionali, sono però per noi fondamentali”.
Ma secondo il ministro Patrizio Bianchi la DAD potrebbe essere utilizzata anche dopo il Covid. “Stiamo lavorando al suo miglioramento – ha spiegato il ministro alla Stampa – con un gruppo composto da persone sia interne al ministero che provenienti dai territori, dirigenti scolastici, docenti, maestri di strada. Abbiamo già raccolto quasi duecento esperienze su come si è evoluta la didattica a distanza: le diffonderemo. Faremo formazione mirata per i nostri docenti sulle nuove forme di didattica. Investiremo risorse per affrontare questa fase”.
Nel frattempo, almeno in Lombardia, gli insegnanti, sia delle scuole statali che di quelle paritarie, hanno ottenuto il vaccino. In attesa che la prevenzione diventi un fenomeno di massa. E sperando che la dad non sia per sempre.