Home Economy La bicicletta non pedala più (anche) per colpa degli incentivi

La bicicletta non pedala più (anche) per colpa degli incentivi

Giornata mondiale della bicicletta

Perché leggere questo articolo? Attenzione ai vari bonus. Non tutti gli incentivi vengono per giovare. Ad esempio per il mondo della bicicletta sono stati controproducenti. Dopo il boom inflazionato degli anni scorsi, adesso il settore è inceppato. La produzione crolla e i magazzini sono stracolmi di bici invendute.

Non tutti gli incentivi vengono per giovare. In tempi di Superbonus, Ecobonus, ecc., il governo dovrebbe guardare alla lezione della bicicletta. Gli incentivi hanno gonfiato le ruote delle bici, fino a farle scoppiare. I finanziamenti a pioggia, iniziati in pandemia, hanno fatto spiccare il volo alla produzione di cicli, che però non hanno trovato adeguata risposta nelle vendite. E adesso le biciclette rimangono in magazzino, mentre la produzione delle aziende crolla.

La bicicletta si è bucata

Dopo tra anni da favola, il 2023 è stato un annus horribilis per le aziende produttrici di biciclette. Il vanto del Made in Italy su due ruote è per la prima volta dopo quasi mezzo secolo sceso sotto i due milioni di pezzi. Il report sul mercato di ANCMA, Associazione Ciclo Motociclo Accessori (affiliata a Confindustria), mostra dati davvero preoccupanti sull’andamento della bicicletta nel Belpaese. In Italia sono state prodotte 1 milione 685mila bici, 800mila in meno rispetto al 2022, che già presentava numeri in calo.

Una discesa che porta il settore ai minimi dal 1975. Un duro colpo per un settore, quello della bicicletta, che in Italia rappresenta una vera e propria eccellenza. Nel nostro Paese la filiera è composta da oltre 250 aziende, che danno lavoro a più di 2omila addetti. Il fatturato industriale del settore è più che significativo: oltre i 3 miliardi di euro. Per assurdo, a pesare sull’andamento della biciletta sono stati proprio gli incentivi che avrebbero dovuto farla pedalare.

Gli incentivi hanno interrotto la pedalata

Il mondo della bicicletta ha messo a nudo l’altra faccia degli incentivi. Quella che non porta effetti e benefici strutturali, ma solo una momentanea crescita eccessivamente gonfiata e – come nel caso della ruota della bici – destinata a scoppiare. La decisione del Governo Conte nel 2020, in piena pandemia, di irrorare il settore della bici è stata un’arma a doppio taglio. Il primo di una serie di bonus Bici, con un rimborso del 60% del prezzo pagato per l’acquisto, fino a un massimo di 500 euro, per qualsiasi tipologia di prodotto, ha certamente rappresentato una spinta importante. A distanza di solo tre anni, però, questa spinta sembra essersi esaurita.

Secondo l’associazione ciclo, motociclo, accessori questo è il risultato degli effetti dell’onda lunga degli incentivi statali. Nel corso del 2023, il settore delle biciclette in Italia ha riscontrato una notevole contrazione, evidenziata da un calo delle vendite e della produzione. La bicicletta muscolare si ferma a 1.090.000 pezzi venduti, -24%, mentre le e-bike arrestano la loro progressione a 273.000 unità, il 19% in meno sull’anno precedente.

Un fenomeno che dalla bicicletta potrebbe colpire altri settori

Il fenomeno era già palese. Prima la grande richiesta spinta anche dai relativi incentivi statali; poi la contrazione. Gli esperti rilevano come il settore stia scontando anche strategie errate di programmazione, a partire dalla sovrapproduzione 2020-21 e dalle scelte di riempire i magazzini (non riuscendo però a smaltire), immaginando che il mercato odierno sia lo stesso del 2020: invece, dal primo calo del 2022, ha iniziato a esaurirsi l’onda lunga della “bolla pandemica” e oggi le aziende fanno i conti con incentivi all’acquisto tagliati, difficoltà di approvvigionamento dei materiali, eccessiva offerta e domanda in crisi. Un meccanismo che potrebbe riguardare anche altri settori coinvolti dalla pioggia di incentivi e bonus. A cominciare dalle auto elettriche.

Leggi il report ANCMA sul mercato della bicicletta nel 2023