Perchè questo articolo potrebbe interessarti? L’aumento dei costi delle forniture energetiche ha reso sempre più stringente la ricerca di fonti alternative al gas. Il biogas, in particolare, sta diventando il nuovo oro. Questa miscela metano, anidride carbonica e azoto si ricava dall’umido. L’Italia è la seconda produttrice in Europa e la quarta nel mondo di biogas. Un mercato che sta facendo gola alla Germania. Le aziende tedesche, stando alle fonti di True-News.it, starebbero facendo incetta di biogas dalle aziende italiane; innescando una reazione a catena che coinvolge i principali player del paese e le gare per gli appalti dell’umido.
L’esplosione dei costi del gas sta spingendo l’Europa alla ricerca di nuove fonti alternative. Non si butta via niente: e infatti una possibile ancora di salvezza arriva dai rifiuti. Il biogas è una miscela di metano, anidride carbonica e azoto che si ricava dall’umido. Dagli scarti agro-forestali e agroindustriali, le colture, i liquami zootecnici e i comuni rifiuti organici si produce il nuovo oro energetico. Sotto forma di biogas e di biometano che, anziché finire nell’atmosfera, può essere riciclato, risparmiando emissioni inquinanti.
La produzione di biogas in Italia
L’Italia è uno dei principali produttori mondiali di questa miscela. Nel nostro paese ci sono quasi 2.000 impianti (nel 2007 erano solo 150) che producono ogni anno oltre 2 miliardi e mezzo di metri cubi di biogas. Il business è redditizio, al punto che le strutture si sono decuplicate in 15 anni (nel 2007 erano 150). L’Italia è il quarto produttore di biogas nel mondo, il secondo in Europa. Un report di Legambiente del 2021 dimostra come oltre 1300 comuni in Italia siano interessati dalla filiera del biogas. La produzione si concentra soprattutto nelle zone agricole del paese: su tutte, Pianura padana e Puglia.
Un mercato in crescita, anche grazie alla conversione del biogas in biometano che si ricava dal biogas. La produzione europea è aumentata del 25% in 3 anni; e si è quintuplicata in 10 anni. In particolare dal 2016, quando l’avvento di nuove tecnologie e dei primi interventi legislativi a supporto hanno fatto crescere la produzione di biogas a livello europeo. L’Italia sembra investire molto su questa miscela. Nel Pnrr sono stati stanziati 1 miliardo e 920 milioni di euro per lo sviluppo del biometano; con l’Italia che punta a raggiungere entro il 2026 l’obiettivo di raggiungere i 4 miliardi di metri cubi di biometano.
La Germania investe sui rifiuti italiani
In Germania il governo di Martin Scholz – che è alleato coi Verdi – sta spingendo forte sulla riduzione dei gas serra. Per questo sta investendo sul biogas, di cui è il primo produttore europeo con una quota del 42% del mercato comunitario. Una quota che potrebbe anche aumentare con il nuovo piano del Ministero dell’agricoltura di Berlino: “Linee guida per la promozione degli investimenti in misure di riduzione delle emissioni nella fermentazione del letame“. Lo scopo è ridurre le emissioni dannose per l’ambiente e il clima derivanti dai liquami, incentivandone l’uso negli impianti di biogas. E investendo sull’umido italiano.
In rapporto ISPRA del giugno 2022 stima in oltre 3,6 milioni di tonnellate l’export di rifiuti dall’Italia nel 2020. I due terzi – circa 2 milioni e mezzo di tonnellate – sono non pericolosi; di questi un’ampia quota è umido utilizzabile per il biogas. La destinazione principale è proprio la Germania, che nel 2021 ha accolto oltre 800mila tonnellate di rifiuti italiani. Il 22% del totale.
La caccia ai rifiuti per il nuovo oro in Italia
True-news ha contattato delle fonti ai massimi livelli nel mondo dello smaltimento rifiuti, che hanno confermato un’intensa attività di interscambio tra Germania e Italia. Questo ha innescato una reazione a catena. In particolar modo, A2A – società multiservizi italiana quotata alla Borsa di Milano – sta correndo ai ripari. L’azienda controlla 7 discariche per rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali in nord Italia.
La strategia difensiva di A2A rispetto alla concorrenza tedesca passa attraverso Montello Spa. L’azienda bergamasca è un’eccellenza dell’economia circolare. E’ uno dei principali player nazionali della raccolta differenza: ogni anno tratta oltre 600.000 tonnellate di rifiuti da cui ricava biogas.
I rapporti tra A2A e Montello
A2A sta cercando di rafforzare la propria leadership nel trattamento dei rifiuti e del recupero di materia. La collaborazione con Montello è iniziata nel 2016, quando l’allora AD Valerio Camerano aveva stanziato un investimento da 100 milioni di euro in cinque anni sull’economia circolare; per tramite anche dell’azienda bergamasca specializzata nel trattamento di rifiuti organici e produzione di biogas. L’anno scorso Montello ha lanciato un piano d’investimento da oltre 400 milioni di euro; in cui è coinvolta anche A2a per un punto rifornimento con energia da rifiuti a Brescia. Le due azienda hanno firmato anche un accordo con l’inglese Johnson Matthey un accordo sulle tecnologie per produrre metanolo dai rifiuti.
Non tutto è però rose e fiori nei rapporti tra le due aziende leader del trattamento rifiuti in Italia. Secondo fonti di True-news.it, Montello starebbe avviando contatti in tutto il paese per incrementare i contratti di fornitura di rifiuti umidi. E questo, sempre secondo le nostre fonti, starebbe inasprendo i rapporti con A2A.