“I big della finanza hanno cambiato idea sul bitcoin” e ora “penso si stia assistendo a un ribaltamento della loro posizione su questo asset”. Federico Izzi, trader e esperto di criptovalute, parla a True-News del rally della più nota valuta digitale al mondo. Tornato da alcuni mesi a volare.
Bitcoin e ciclicità
I motivi sono, per Izzi, almeno due. “In primo luogo, il bitcoin è un asset ciclico. I prezzi conoscono un trend che spinge verso un sostanziale dimezzamento del prezzo una volta ogni quattro anni”. Essendo l’offerta fissa di bitcoin limitata a 21 milioni di unità, ogni 210mila blocchi estratti il mercato promuove l’halving (dimezzamento). Un processo che controlla l’offerta e dunque in avvicinamento crea una crescente aspettativa vista l’imminenza di una stretta. L’avvicinamento di un dimezzamento del flusso di Bitcoin minato dalla blockchain è stato in passato un momento atteso e, nota Izzi, “il prossimo momento di dimezzamento è previsto per la primavera 2024″, ragion per cui l’approssimarsi di questo momento fa aumentare la corsa a saltare sul carro della criptovaluta nei prossimi mesi.
Questa volta è differente?
Il bitcoin ha sfondato quota 38.500 dollari e ha incontrato un vero e proprio rally nell’ultimo mese, e qui si viene al secondo, decisivo fattore. Diretta conseguenza di quanto riportato in apertura: “C’è una forte attenzione dei big della finanza sui bitcoin e da quando un tribunale Usa ha annullato la decisione della Sec [la Consob americana, ndr] che vietava a Greenscale di emettere un Etf con sottostante in bitcoin”, senza subire un appello a tale decisione, il mercato si è mosso. “Un mese fa Larry Fink, ad di BlackRock ha ricordato che i bitcoin possono essere un asset riserva di valore”, ci ricorda Izzi. Se si diffondessero, gli Etf offrirebbero agli operatori un’opzione per un’esposizione regolamentata al mercato del Bitcoin.
Questo, ovviamente, “crea un contesto in cui le aspettative crescenti sono scontate positivamente dagli investitori“, ricorda Izzi. In sostanza, “ora si può aggiungere un elemento di stabilità alla strutturale ciclicità del bitcoin. E se nasceranno Etf legati a queste criptovalute, si potrà dire, una volta per tutte, che il bitcoin è qui per restare.
Di questo processo potrebbero beneficiare anche i consumatori e gli investitori. “Fino a pochi anni fa i big della finanza associavano i bitcoin a pratiche illegali e speculazioni, ora sono pronti a ritenerli un bene rifugio e un mercato capace di poter offrire opportunità”, ci dice Izzi. Per il quale la possibilità che “prodotti normati e regolamentati abbiano come sottostante un sistema privo per ora di regole certe” può aiutare a “proteggere chi si incammina nel terreno delle criptovalute”.
Leggi nel Far West dei bitcoin?
Il settore, ricorda Izzi, è “un vero e proprio Far West, dove ci possono essere fuorilegge e sceriffi. Portare la finanza istituzionale nel settore significa innalzare le soglie di vigilanza” e ridurre sia la volatilità che il rischio di frodi. Se questo trend sarà confermato nei prossimi mesi, il sistema dei bitcoin potrà dire di aver conosciuto un salto di qualità strutturale. Sicuramente sono passati i tempi in cui questo mondo appariva come una terra ignota e ostile. E già questo, per gli operatori del settore che resta comunque non privo di rischi di rendimento, è una notizia importante.