Perché questo articolo potrebbe interessarti? L’incertezza sul progetto relativo al ponte sullo Stretto di Messina rischia di generare già oggi un’importante bolla speculativa nel mercato immobiliare. Con tutti i rischi e le conseguenze, sociali e non, del caso.
Attenzione alla bolla, a quella speculativa che a breve potrebbe planare sui comuni più coinvolti dal progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: il capoluogo peloritano sul versante siciliano e Villa San Giovanni sul versante calabrese. Già da tempo in molti sostengono che l’annunciato avvio dell’iter per i lavori del ponte a campata unica più grande al mondo potrebbe avere un impatto significativo sul mercato immobiliare.
Una circostanza, quest’ultima, che a sua volta potrebbe generare problemi sociali in entrambe le sponde dello Stretto: “Sono stati pubblicati gli immobili destinati all’esproprio – commenta su True-news.it una fonte del comune di Villa San Giovanni – questo da un lato fa temere un rapido abbassamento dei prezzi delle case ma, dall’altro lato, un repentino aumento nelle aree più lontane dal cantiere perché gli espropriati cercheranno di acquistare nuove case e quindi ci sarà un forte aumento della domanda”.
Un rischio bolla già esistente
Nello scorso mese di aprile, un importante operatore del settore immobiliare aveva già anticipato il problema. Si trattava, in particolare, del responsabile dell’agenzia Grimaldi di Messina, Francesco Mancuso. Intervistato su IlSole24Ore, è stato categorico a proposito della possibilità che qualcuno, dall’attuale situazione, possa trarre lauti benefici: “Chi sta fiutando l’affare? Chi, ad esempio sta cercando fabbricati per realizzare residence da destinare a uffici o ad appartamenti per i lavoratori del ponte – si legge nelle sue dichiarazioni – Per chi potrà, sarà un bel business”.
Il principio è semplice: con l’avvento delle liste per gli espropri, il valore di case, abitazioni e terreni in molte zone di Messina e Villa San Giovanni è destinato ad abbassarsi. E, per la verità, questo sta già accadendo dal gennaio del 2023, così come denunciato nelle scorse ore sul Corriere della Sera da un report di Milena Gabanelli.
Allo stesso tempo, in altre aree invece aumenterà la domanda perché c’è chi cercherà di acquistare il prima possibile una nuova casa e chi invece cercherà uffici e abitazioni per i lavori relativi al ponte. Un doppio standard destinato a creare squilibri nei mercati immobiliari dei due comuni raggiunti dai cantieri. E lì dove ci sono squilibri, è molto semplice trovare qualcuno in grado di approfittarsi della situazione. Con persone che quindi si arricchiranno e altre invece che resteranno letteralmente senza un tetto sopra la testa. Una bolla, per l’appunto, la quale ha tutto l’aspetto di una minaccia sociale all’ombra di piloni ancora non impiantati.
I rischi sociali legati alla bolla
Si potrebbe anche pensare agli squilibri dei mercati immobiliari a Messina e Villa San Giovanni come, tutto sommato, a delle semplici appendici, a dei semplici effetti collaterali digeribili dai rispettivi territori e comunque non in grado di inficiare l’avvio dei cantieri. In realtà, il rischio concreto è quello di vedere esplodere, accanto alla bolla speculativa, anche una bolla sociale.
“Si metta lei nei panni di chi subirà un esproprio – ha spiegato ai nostri microfoni la fonte del comune di Villa – riceverà un indennizzo pari al valore dell’immobile. Ma questo valore sta già iniziando a scendere, proprio perché si trova su un’area di futuro cantiere e dunque sede di espropri. A quel punto, con i soldi dell’indennizzo, cosa potrà comprare chi ha perso la propria casa? Capisce bene che la situazione è esplosiva e molti miei concittadini vivono già in tensione”.
Anche perché, come sottolineato sempre dal comune, Villa San Giovanni ha un’estensione limitata ed è alquanto difficile sia trovare altre zone residenziali e sia trovare aree dove impiantare nuove costruzioni: “Si dovrebbe consumare altro suolo e questo andrebbe contro l’idea di evitare un’ulteriore urbanizzazione”, ha concluso la fonte.
Si parla, così come sottolineato da numerose fonti locali, della proposta di un bonus avanzata dalla società Stretto di Messina da erogare a chi subirà gli espropri. Oltre cioè all’indennizzo vero e proprio, nelle tasche dei cittadini coinvolti dovrebbe entrare un ulteriore contribuito. Le cifre ballerebbero tra i cinquemila e i ventimila Euro, troppo poco specie se davvero la paventata bolla immobiliare dovesse entrare a pieno regime.
Chi verrà toccato dagli espropri
Peraltro, tra le altre cose, a essere coinvolte nelle procedure di esproprio dovrebbero essere famiglie rappresentanti di diversi ceti sociali. Si va dalle villette e le seconde case nelle aree di villeggiatura del messinese, agli appartamenti e alle dimore popolari nelle zone meridionali di Messina e in alcuni quartieri di Villa San Giovanni.
In poche parole, saranno toccati dagli espropri anche nuclei familiari che difficilmente potranno attingere dalle proprie tasche o dai propri risparmi per cercare altre case. E, soprattutto, per sopperire alla perdita di valore delle proprie attuali abitazioni e anticipare sul tempo chi acquisterà dimore e uffici in zone dove il mercato immobiliare è destinato a prendere il volo.
E se il ponte non si farà?
Tutto questo, è bene ricordare, in assenza di cantieri avviati. E con un progetto su cui pendono oltre 200 richieste di integrazione da parte del ministero dell’ambiente. C’è quindi una grave beffa dietro l’angolo: assistere a squilibri del mercato immobiliare e alla perdita di valore delle proprie case e delle proprie proprietà per un progetto che potrebbe rivelarsi non realizzabile o, secondo altre ipotesi, realizzabile in tempi molto lunghi.
C’è quindi, tra i cittadini e tra gli amministratori di Messina e Villa San Giovanni, un certo senso di impotenza di cui ha parlato nei giorni scorsi ai nostri microfoni Giusy Camminiti, sindaco di Villa: “Ai livelli più alti – si legge nelle dichiarazioni rilasciate a True-news.it il 10 maggio – Non vogliono comprendere che senza studi e senza un progetto di cantierizzazione noi non possiamo governare le fasi di cambiamento della città. Se si rimane in una posizione di incertezza, la pianificazione rimarrà bloccata. E quindi rimarrà bloccato anche lo sviluppo del territorio. Tutto questo ad oggi rappresenta un delirio, domani potrebbe rappresentare un dramma”.