Perché potrebbe interessarti? Il bonus trasporti, introdotto dal governo Draghi, non è stato rinnovato da Giorgia Meloni. La maggioranza, però, si era impegnata alla Camera a trovare nuove risorse approvando un ordine del giorno del Pd. Dopo qualche ora, tuttavia, il Ministero dei Trasporti aveva risposto a un’interrogazione dicendo che la misura era scaduta e basta. La deputata del Pd, Valentina Ghio, attacca: «L’unica certezza è che dall’inizio del nuovo anno spostarsi costa di più».
Il bonus trasporti potrebbe essere rinnovato, anzi no: assolutamente no. O forse sì, perché po si vedrà. In poche ore il governo Meloni è finito in preda a una serie di ripensamenti sulla misura introdotta dall’esecutivo presieduto da Mario Draghi sotto l’impulso dell’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
Trasporti, la vicenda del voucher
La vicenda riguarda il voucher di 60 euro da impiegare per l’acquisto di abbonamenti mensili o annuali delle società di trasporti aderenti all’iniziativa. L’unico requisito previsto era un reddito inferiore a 35mila euro all’anno: poi con lo Spid e pochi clic si poteva avviare la pratica sull’apposito sito, così da ricevere il beneficio. Era stato pensato come uno strumento per favorire i pendolari, per lo più studenti e lavoratori che ogni giorno si spostano su bus e treni.
L’apprezzamento verso il provvedimento è tutto nei numeri: secondo i dati ufficiali, alla fine del 2022, sono stati sottoscritti 2 milioni e 700mila abbonamenti, a prezzo scontato grazie al bonus, per una distribuzione di risorse pari a 140 milioni di euro. Solo che i soldi erano stati messi a disposizione fino allo scorso 31 dicembre, quindi non in maniera strutturale. Il nuovo governo non ha provveduto a rinnovare l’intervento, che così è ufficialmente terminato due settimane fa.
Caos alla Camera sul bonus trasporti
Tuttavia, la maggioranza, nel corso delle votazioni alla Camera, degli ordini del giorno al decreto Aiuti quater, aveva dato il via libera a una proposta del Partito democratico. Cosa conteneva questo odg? L’impegno a reintrodurre il bonus trasporti. Dopo poche ore, c’è stata però la prima retromarcia ufficiale, bollinata dal Ministero dei Trasporti di Matteo Salvini. La deputata del Pd, Valentina Ghio, ha presentato un’interrogazione in commissione a Montecitorio per chiedere l’orientamento dell’esecutivo.
Il sottosegretario ai Trasporti, Tullio Ferrante, ha fornito una laconica risposta: “Si tratta di una misura finanziata una tantum per il solo anno 2022 con possibilità per gli utenti di presentare istanze solo fino alla data del 31 dicembre 2022”. Insomma, niente risorse aggiuntive per l’anno in corso. Parole che hanno sollevato il disappunto della parlamentare dem che si è dichiarata «insoddisfatta» della replica. “C’è stata una contraddizione incredibile in meno di una giornata“, sottolinea Ghio parlando con True-news.it.
Trasporti, l’impegno di Meloni
“Prima hanno votato l’ordine del giorno, che avevo sottoscritto ed è stato illustrato in aula da Orlando, e poi hanno detto che non vogliono rifinanziare il bonus”. Ma non è finita. Qualche ora dopo ecco un altro colpo di scena: le dichiarazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che nei fatti ha smentito la posizione ufficiale assunta a Montecitorio dal Ministero. “Nell’ultimo decreto c’è una norma che rimborsa i pendolari della somma che spendono per gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Stiamo cercando di aiutare, in una situazione di difficoltà, chi è in maggiore difficoltà piuttosto che dare aiuti indistintamente a tutti”, ha dichiarato la premier.
“Il governo è andato in confusione anche su questa misura dopo quanto fatto sul carburante», rincara la dose Ghio. “L’unica certezza – insiste l’esponente del Pd – è che dall’inizio di quest’anno costa di più ogni spostamento. Ci sono stati i rincari dei biglietti dei treni, l’aumento dei pedaggi e quelli ben noti del costo del carburante». Per questo, conclude, «l’unica misura che sosteneva il trasporto è stata cancellata. Mi sembra una cosa molto grave”. Al momento, infatti, il bonus non è più in vigore. Almeno fino al prossimo ripensamento.