Non sono il Rassemblement National e Alternative fur Deutschland a spaventare le Borse, ma è la prospettiva di rivolgimenti politici a fare la differenza nella condotta delle borse e dei mercati dopo le elezioni europee. Perlomeno in Francia e Germania. Dopo l’esito-choc del voto comunitario che ha colpito Emmanuel Macron e Olaf Scholz, le borse di Parigi e Francoforte hanno reagito nervosamente.
Debach, eToro: “Disfatta dei governi non può essere ignorata”
Ma non è il timore del sovranismo incombente a spingere i mercati sull’ottovolante. Per Gabriel Debach, Market Analyst di eToro, “la popolazione locale esprime un deciso dissenso politico ai governi in carica” e “la reazione di ieri dei mercati, azionari e obbligazionari, è stata di vendita”, ma questo non è da considerarsi come l’espressione, necessariamente, di un giudizio politico.
Il trend, nota Debach, “non è legato a un cambiamento o alla preoccupazione di un avanzamento della destra, quanto alla sorpresa: la “Waterloo” francese e la “Stalingrado” tedesca, ovvero la disfatta dei governi in carica delle due principali economie europee, non possono essere ignorate”. E le borse non possono fare a meno che nulla muti da un voto a un altro.
Le borse sull’ottovolante in passato? Si sono sempre riprese
Del resto, ragiona Debach, “i mercati finanziari, per loro natura apolitici, si adattano ai cambiamenti indipendentemente dalle agende politiche e non esprimono un giudizio sul colore politico, quanto sull’incertezza che tali eventi generano”. Le elezioni significative con ripercussioni sistemiche, “introducono variabili nuove e incerte, spingendo gli investitori a reagire prontamente per gestire i rischi percepiti.
Tuttavia, una volta che il panorama politico diventa più chiaro e prevedibile, il mercato tende a stabilizzarsi e a recuperare le perdite iniziali”. Le borse hanno digerito ampiamente eventi come lo shock della Brexit a Londra, principale piazza finanziaria europea, nel 2016 e dopo un’iniziale fase di smarrimento hanno cavalcato le politiche dell’altro game-changer eletto nello stesso anno, Donald Trump.
Tassi e Ia, incognite sul futuro
Sono altri i fronti che decideranno il futuro delle Borse europee. Pensiamo, uno tra tutti, a quello dei tassi della Banca centrale europea, la cui decisione di tagliare il costo del denaro è stata accompagnata di recente da una frenata sull’ottimismo a lungo paventato dall’Eurotower. E che da qui a settembre spingerà a una navigazione incerta gli operatori di mercato. Inoltre, ci sono settori che su scala globale stanno trascinando le borse dal cui andamento europeo capiremo gli effetti dei nuovi scenari.
Oltre al settore bancario e assicurativo, reduce da utili d’oro, in Europa sono da osservare due trend. In primo luogo, quello della Difesa, giunto ai massimi storici nel Vecchio Continente. In secondo luogo, quello dei semiconduttori su cui si ripercuotono anche le spinte del mercato globale dell’Ia. Un proxy della vitalità economica dell’Europa, potremmo dire. Asml, il colosso olandese della litografia, ha ad esempio sorpassato di recente Lvmh, conglomerato del lusso francese, in cima alla classifica delle aziende più capitalizzate d’Europa. Segno di un dinamismo che, su trend di medio periodo, continua. A prescindere dai voti.