Della serie “mai più senza” ecco MoodBeam, un nuovo dispositivo che si va ad aggiungere alla folta schiera di strumenti per il “monitoraggio” dei dipendenti, un settore che ha avuto un forte interesse nell’ultimo anno per gli ovvi motivi legati all’emergenza Covid, tra le inevitabili polemiche. Se da un lato, infatti, è giusto che un capo possa tenere d’occhio in qualche modo un lavoratore remoto o in smart working, diciamo che c’è modo e modo di farlo, e MoodBeam ne rappresenta uno particolarmente distopico. Si tratta di un braccialetto elettronico – simile a quelli per la misurazione del ritmo cardiaco, per capirci – dotato di due bottoni: uno giallo e uno blu. Il dipendente che lo indossa potrà schiacciare il primo se si sente felice e il secondo se invece è triste: questi input verranno poi condivisi con il suo capo e l’azienda.
La società britannica che lo produce precisa che i lavoratori potranno scegliere di utilizzarlo o meno (quanta grazia) e la sua fondatrice Christina Colmer McHugh ha cercato di sottolinearne le potenzialità benefiche, specie per quanto riguarda la salute mentale degli individui: “Le aziende stanno cercando di capire come rimanere in contatto con lo staff che lavora da casa. In questo modo possiamo chiedere ‘tutto ok?’ a 500 persone, senza alzare il telefono”, ha spiegato alla Bbc. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, la pandemia ha causato problemi di depressione e ansia a milioni di persone, con perdite calcolate attorno al trilione di dollari l’anno, tra lockdown e smart working, oltre che gli incalcolabili danni psicologici. Rimane però la domanda che a molti pare sacrosanta: ma che gliene frega al tuo capo se sei triste o felice?