Doveva essere una rivoluzione ma rischia di diventare una farsa. Lunedì 7 gennaio, il giorno dopo l’Epifania, Milano doveva cambiare radicalmente gli orari della città, per far posto al rientro degli studenti a scuola, sui mezzi pubblici, complice la pandemia. Ma è arrivato il contrordine. Si parte lunedì 11 gennaio, forse. Perché così come cambiano i colori delle regioni, muta il calendario scolastico. E pensare che in Prefettura avevano lavorato sodo, coi sindacati e le associazioni di categoria. “Un lavoro condiviso che ha messo in risalto il senso di appartenenza di tutte le componenti alla medesima comunità nell’obiettivo prioritario di far ripartire la scuola”, recitava il comunicato. Il Patto – che dovrebbe essere ripristinato lunedì 11 gennaio – prevede la riorganizzazione degli spostamenti nella fascia mattutina 7-10, ritenuta, sulla base dello studio del Politecnico di Milano, la fascia oraria più congestionata del trasporto pubblico locale. Nel dettaglio, il primo ingresso scolastico sarà previsto entro le ore 8, la restante parte dei ragazzi dovrà entrare dopo le 9.30. Quindi il 7 gennaio, alla riapertura delle scuole, entro le ore 8 entrerà il 40% degli studenti ed entro le 9.30 il restante 10%, per consentire progressivamente il rientro in classe del 75% degli studenti (suddiviso rispettivamente in 50% e 25%). I servizi pubblici ai cittadini, come l’anagrafe (sempre che sia permesso muoversi) apriranno dopo le 9,30, previo appuntamento. Il commercio non alimentare (ad esclusione di edicole, tabacchi, farmacie e parafarmacie) partirà alle 10,15. I servizi alla persona, così come quelli bancari, assicurativi e finanziari, potranno aprire dopo le 9,30. Per quanto riguarda le aziende, le attività produttive del settore manifatturiero saranno chiamate ad anticipare l’orario di inizio entro le ore 8; le altre, in particolare per quanto riguarda i settori amministrativi, direzionali e di consulenza, apriranno dopo le 9,30. I professionisti potranno ricevere i clienti dopo le 10, preferibilmente su appuntamento. Le università saranno invitate ad iniziare le lezioni in presenza dalle ore 10.00. Il Patto intende promuovere, sia presso le aziende sia nel settore pubblico, una sempre più attenta valutazione sull’uso ottimale dello smart working. Una radicale riorganizzazione dei tempi della città, tutta sulla carta, perché ampiamente affidata alle scelte volontarie. Vedremo cosa accadrà da oggi.