Perché leggere questo articolo? L’Aquila è ufficialmente la Capitale italiana della Cultura 2026. Lo ha annunciato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha versato un milione alla città abruzzese. Che però potrebbe incassare molto di più. A Brescia e Bergamo, così come a Pesaro ha fruttato molto. Ecco quanto si guadagna a diventare Capitale della Cultura.
Diventare Capitale italiana della Cultura è un titolo prestigioso. Ma anche molto remunerativo. L’Aquila è appena stata ufficialmente eletta per il 2026. A quindici anni dal terremoto che la colpì al cuore nel 2009 arriva un’incredibile occasione di rilancio per la città abruzzese. La ricostruzione del “gioiello” dell’Appennino passa attraverso fondi ministeriali e del Pnrr, ma anche turisti e investimenti di privati e sponsor.
La Capitale della Cultura 2026 inizia con un milione dal ministro
“Ho provato quasi un dispiacere fisico a dover premiare una città sola, comunque L’Aquila è una città ricca di storia e d’identità e merita certamente di essere Capitale della Cultura“. Parola del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che martedì ha sciolto la riserva, assegnando a L’Aquila l’ambito evento. Che comporta un primo “premio” da un milione di euro. E’ questa la cifra stanziata dal ministero per la città che per un anno sarà Capitale italiana della Cultura.
Una cifra certo non mostruosa per un simile evento, ma ci sono altre coperture pubbliche. Per prima cosa L’Aquila ha goduto di una serie fondi stanziati dagli enti territoriali – Comune e Regione, ma anche il Fondo Europeo di Sviluppo regionale – intorno agli 8 milioni di euro. Denaro investito nella campagna di promozione della candidatura a Capitale della Cultura, ma anche per delle prime opere di abbellimento della città.
Che può diventare quasi un miliardo
Soldi che rappresentano un investimento ben riuscito. Perché diventare Capitale della Cultura è una potenziale miniera d’oro. Una valanga di sponsor non vedono l’ora di irrorare le casse della città abruzzese. Bergamo e Brescia – capitali congiunte nel 2024 – hanno raccolto 21 milioni di euro dagli sponsor privati. Il un contributo pubblico-privato permette di fare da volano alla città, che nel 2026 potrà conoscere un’altra importante fonte di entrate. I turisti.
Il bilancio complessivo dei precedenti parla chiaro. Le città nell’anno in cui sono elette capitali della Cultura conoscono un boom degli ingressi di visitatori. I turisti aumentano mediamente del 100%. Si tratta di visitatori giornalieri, che trascorrono poche ore in città attirati dagli eventi della Capitale della Cultrua, ma anche di turisti che soggiornando, facendo crescere i pernottamenti. A Brescia e Bergamo sono stati 11,6 milioni i visitatori, + 116% rispetto all’anno precedente. I pernottamenti sono stati il 41,7% in più.
Altre fonti di guadagno
Essere Capitale italiana della Cultura porta con sé iniziative artistiche, gli spettacoli e gli eventi culturali sono quelli che hanno attirato di più l’attenzione dei visitatori. A Brescia e Bergamo nel 2023 sono stati oltre 2500 eventi e 238 rassegne pubblicati sul sito dedicato. Questo ha comportato una grande frequentazione di monumenti, musei e teatri, non sono mancate ricadute anche sul tessuto commerciale delle città.
Lo si desume, per esempio, dai dati offerti dai pagamenti elettronici; il comune di Brescia si avvale del monitoraggio delle transazioni effettuate con carta di credito Mastercard: da gennaio a luglio 2023 e rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le consumazioni nei bar e ristoranti sono aumentate in media del 23,77%. Non solo: negli stessi mesi sono cresciuti anche gli importi delle transazioni con una media del +23,96%. È un dato parziale, ovviamente, ma significativo dell’impatto economico nel perimetro cittadino del Distretto urbano del commercio.
L’Aquila risorge come Capitale della Cultura
L’Aquila ha conquistato la palma di Capitale della Cultura con un progetto ambizioso e sperimentale. “L’Aquila Città Multiverso” punta alla creazione di un modello di rilancio socioeconomico territoriale a base culturale capace di proiettarla verso il futuro seguendo i 4 assi della Nuova Agenda Europea della Cultura. Coesione sociale, salute pubblica benessere, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale”, si legge nelle linee guida. Oltre il multiverso, per la Capitale della Cultura potrebbe aprirsi una miniera d’ora.