Il 2024 sarà un anno ricco sul fronte delle nomine alle partecipate pubbliche controllate, direttamente o meno, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Dopo il primo giro di nomine del governo di Giorgia Meloni, che ha portato al rinnovo dei consigli di amministrazione di Eni, Leonardo, Enel, Poste Italiane e Terna nella scorsa primavera, il 2024 vedrà diverse scadenze importanti.
In particolare, sarà interessante capire come Meloni si rapporterà alle nomine pubbliche che porteranno al rinnovo dei consigli di amministrazione decisi, nel 2021, da Mario Draghi con l’ausilio del super-consigliere Francesco Giavazzi.
Cdp e Ferrovie: le nomine clou della primavera
Tra la primavera e l’estate. in particolare, saranno tre le sfide chiave. Di Cassa Depositi e Prestiti e della sua connessione con l’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane (Acri) abbiamo già parlato. L’amministratore delegato Dario Scannapieco e il presidente Giovanni Gorno Tempini sono in scadenza, e questo termine si somma con l’uscita di Francesco Profumo dalla guida dell’Acri, che unisce gli azionisti di minoranza soci del tesoro in Via Goito.
La presidente, Nicoletta Giadrossi, e l’Amministratore Delegato, Luigi Ferraris, saranno in scadenza anche in Ferrovie dello Stato. La “capitana” delle infrastrutture autostradali italiane ha visto nel 2023 il rinnovo dei cda delle sue due maggiori partecipate, Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia. Ferrovie dello Stato controlla direttamente e indirettamente 40 miliardi di euro di fondi del Pnrr, oltre a essere chiamata a gestire 200 miliardi di investimenti infrastrutturali da qui al 2030. L’assetto futuro della sua governance dirà molto degli equilibri interni al governo. Specie considerato il fatto che il primo alleato della premier, Matteo Salvini, ha il pesante ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In scadenza, dentro Fs, anche il cda della partecipata Anas che si occupa di servizi autostradali.
Il nodo Rai
Tra fine primavera e inizio estate si aprirà il nodo Rai. Meloni ha già avviato un graduale rimescolamento delle carte portando Roberto Sergio al ruolo di ad e Giampaolo Rossi a quello di direttore generale. L’ambizione della premier, è noto, è consolidare la presenza della Rai nella televisione pubblica.
Per la Rai è chiara la volontà di Fratelli d’Italia di fare del suo alfiere, Rossi, uomo di ampia e navigata esperienza in Viale Mazzini, il futuro amministratore delegato. Occhi puntati sulle ambizioni degli altri partiti del centrodestra. E la figura di mediazione potrebbe essere l’attuale presidente Marinella Soldi, già più volte decisiva in un cda spaccato. La quale vuole essere ago della bilancia per giocarsi la partita della riconferma.
Le altre nomine in ballo
Non secondarie, oltre alle tre partite principali, molte altre nomine. Nel 2024 dovrà, dopo l’approvazione del bilancio 2023, essere rinnovato anche il consiglio di amministrazione di Sogei, la società in house del Mef che gestisce i servizi informatici. Stesso discorso per la società di sviliuppo immobiliare romana EUR S.p.a., controllata dal Mef. E molto pesante anche la carica di presidente e ad del Gestore dei Servizi Elettrici (Gse), oggi avente come presidente l’ex deputato leghista Paolo Arrigoni e come amministratore delegato Vinicio Mosè Vigilante.
Infine, dovrà essere rinnovato anche il delegato italiano nel Supervisory Board di StMicroelectronics, il player italo-francese che è tra i campioni nazionali della microelettronica. Dal 2020 Maurizio Tamagnini è nuovo presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo italo-francese e, come vicepresidente, il manager che dal 2016 guida anche il Fondo Strategico Italiano ha il transalpino Nicolas Dufourcq. Il governo avrà in mano la possibilità di nominare un membro del Supervisory Board di St, azienda strategica vista l’importanza geopolitica dei microchip. Al cui interno mantenere l’equilibrio con la Francia sarà fondamentale. Anche per questo la stagione delle nomine, che si rinnova ogni anno come costante della politica italiana, sarà tutta da seguire con attenzione.