Perché questo articolo potrebbe interessarti? Si allunga di mese in mese l’elenco delle casse previdenziali colpite dagli scandali. I media e i politici sono soliti puntare il dito contro l’Inps. Eppure, al netto dei suoi problemi sistemici, l’Istituto nazionale della previdenza sociale non è certo il problema più grande da affrontare quando parliamo di casse.
L’Ipa, l’istituto di previdenza e assistenza per i dipendenti di Roma Capitale. Enpaia, l’ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura. L’Enpapi, l’istituto previdenziale degli infermieri. L’Enpaf, la fondazione che gestisce l’assistenza dei farmacisti. Citare tutti gli scandali, veri o presunti, riportati dai media e che hanno coinvolto le casse previdenziali è un’impresa ardua. Ogni episodio è diverso, ha la sua storia, ma ciascuna vicenda presenta un minimo comun denominatore.
Nello specifico, le casse previdenziali diventanto fonte di regali a funzionari, sconti a potenti oppurecase di lusso a politici. A rigorosi prezzi di favore.
Strana storia quella che coinvolge le casse previdenziali. Già, perché di solito, quando c’è da sparare a zero, si punta sempre contro l’Inps, la cassa per eccellenza. Sia chiaro: anche l’Istituto nazionale della previdenza sociale è finito al centro di vari scandali ed è stato più volte accusato di non essere efficiente. Il punto è che non è l’unico e non è il solo. E, a leggere le ultime vicende, neppure il problema più grande.
Lo scandalo Ipa
Lo scandalo più recente riguarda l’Ipa. Il Messaggero ha definito l’istituto un “bancomat a favore di dirigenti e dipendenti capitolini”. Il quotidiano romano ha parlato di prestiti generosi a soggetti considerati inaffidabili da qualsiasi banca. Di viaggi studio pagati ai figli dei dirigenti. Perfino di speculazioni finanziarie perpetuate utilizzando le quote degli iscritti alla cassa e di aumenti di stipendi, per alcuni dipendenti, non giustificati dalla mole di lavoro effettuata.
Il risultato è una voragine profonda 51 milioni di euro. Senza contare il crollo delle iscrizioni e, quindi, delle conseguenti contribuzioni. I controlli, sia quelli interni che dell’azionista (il Comune) non ci sarebbero mai stati. E così si sarebbero verificati episodi assurdi.
Come quello di un dipendente che si è fatto riconoscere 1.400 euro per l’organizzazione di una manifestazione o 1.100 per una festa. O come quello dei numerosi viaggi all’estero per i figli dei dirigenti spesso rimborsati in toto. Si fa presente che spesso veniva sfruttato un programma dell’Inps (“Estate insieme”), anche se tra le due casse non sarebbe mai stata firmata una convenzione per un’iniziativa comune.
Casse e sconti
Il caso più emblematico riguarda però l’Enpaia, al centro della cosiddetta “scontopoli”. Il quotidiano Domani ha acceso i riflettori sulla presunta vendita di appartamenti da parte dell’ente di previdenza “ai capi politici della destra nel Lazio”. Il giornale ha citato il leghista Claudio Durigon e il candidato alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca.
Entrambi avrebbero acquistato recentemente due appartamenti di oltre 170 e 185 metri quadri in zona della Camilluccia. Presunto prezzo: circa mezzo milione di euro l’uno. Con un possibile sconto del 30% sui prezzi di mercato valutati da consulenti terzi di Enpaia. Domani ha quindi raccontato di un altro fatto, e cioè della vendita, da parte di Enpaia, guidata da Roberto Diacetti, di un appartamento di lusso a Diacetti. Un appartamento ai Parioli accompagnato da uno sconto.
Lo stesso quotidiano ha parlato anche dell’Enpaf. Il suo direttore generale, Marco Lazzaro, avrebbe comprato un appartamento di proprietà dell’Enpaf in via Savona, nel cuore di Roma. In questo caso si parla di un attico da 15,5 vani con una superficie catastale di 332 metri quadri. Prezzo: 1,1 milioni di euro, anche se il valore di un immobile del genere non dovrebbe aggirarsi al di sotto di almeno 2 milioni.
Repubblica ha infine affrontato il caso Enpapi, una vicenda iniziata nel 2019 ma con ripercussioni ancora nel presente. L’inchiesta sulle presunte irregolarità commesse dagli allora dirigenti della cassa previdenziale degli infermieri, ha portato la guardia di finanza a sequestrare 40 milioni di euro tra ville e partecipazioni sparse in tutta Italia. Il denaro della casa sarebbe stato usato niente meno che per restaurare appartamenti privati ma anche acquistare voli aerei per assistere a partite o pagare serate piccanti.
In attesa di ulteriori elementi, quanto fin qui sintetizzato potrebbe essere soltanto la punta di un iceberg molto più grande di quanto non si possa immaginare.