Home Economy Cinque milioni di italiani in condizioni di povertà: il rapporto 2024 di Caritas

Cinque milioni di italiani in condizioni di povertà: il rapporto 2024 di Caritas

Cinque milioni di italiani in condizioni di povertà: il rapporto 2024 di Caritas

Perchè leggere questo articolo? L’allarme di Caritas: povertà in Italia ai massimi storici, il fenomeno è strutturale. Nel 2023 accolte quasi 270mila persone, soprattutto famiglie con bambini

È allarme povertà in Italia. Di nuovo. La Caritas lo aveva già annunciato lo scorso novembre, col report “Tutto da perdere”. Adesso, l’associazione torna a evidenziare il problema: la povertà è ai massimi storici. Ormai da intendersi come fenomeno strutturale, non più emergenziale. 5,6 milioni di italiani sono a rischio indigenza, quasi un cittadino su dieci. I più colpiti sembrerebbero essere i genitori con figli. Su quasi 270mila persone seguite dai centri Caritas, infatti, il 55,9% è rappresentato da famiglie con bambini. È quanto emerge dal rapporto statistico nazionale 2024 di Caritas italiana “La Povertà in Italia”, la cui fotografia rivela la situazione drammatica che affligge il Belpaese.

POVERTA’ IN ITALIA: SCARICA IL REPORT DI CARITAS

Povertà: più di cinque milioni di italiani in situazione di indigenza

Le stime preliminari dell’Istat rilasciate lo scorso marzo indicano che il 9,8% della popolazione italiana vive in povertà assoluta. Con un aumento del 3% rispetto a 15 anni fa. Le crisi globali degli ultimi anni e la pandemia di Covid-19 hanno contribuito ad aggravare le condizioni economiche del Paese. Oggi, più di 5 milioni persone, pari a oltre 2 milioni e 234 mila famiglie, vivono drammatiche situazioni di indigenza. Secondo il Report Caritas, nel 2023 i centri di ascolto e i servizi informatizzati hanno supportato 269.689 persone, con un incremento del 5,4% rispetto al 2022. Guardando al periodo 2019-2023, l’aumento del numero di assistiti è stato del 40,7%, un dato che mostra tutta la gravità del problema.

Nel 2023 si è abbassata sia la quota dei nuovi ascolti (che passa dal 45,3% al 41,0%) sia l’incidenza delle persone straniere (dal 59,6% al 57%), si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche. Una persona su quattro è infatti accompagnata da più di 5 anni. C’è una continuità nel tempo della condizioni di indigenza, dunque.

Indigenza e famiglie con minori in Italia

Sia il Report Caritas che i dati dell’Istat mettono in luce quanto l’intensità della povertà sia in aumento soprattutto tra i genitori con figli. Segno che in molti contesti appare sempre più difficile poter mantenere una famiglia in termini economici. La povertà assoluta nel 2023 coinvolge l’8,7% delle famiglie, in aumento dall’8,5% del 2022. Le famiglie con minori rappresentano il 55,9% del totale dei 150.861 nuclei seguiti dalla Caritas. Tra questi, i giovani nella fascia 0-3 anni registrano un’incidenza di povertà assoluta del 14,7%. Più di un bambino su sette vive in condizioni di estrema difficoltà economica.

Nascere e crescere in una famiglia povera può influire sullo sviluppo cognitivo, socio-emozionale e fisico dei bambini, compromettendo le loro possibilità future. Le situazioni di deprivazione riducono la capacità dei genitori di proteggere e sostenere i propri figli, esponendoli a un ciclo di povertà intergenerazionale. Uno studio congiunto di Caritas Italiana e Save The Children ha infatti evidenziato le difficoltà delle famiglie con bambini piccoli, mostrando come la povertà comprometta gravemente la loro vita quotidiana.

La povertà affligge anche il Nord Italia

La povertà è in aumento in tutto lo Stivale. Anche nel ricco Nord, in cui il numero di nuclei familiari indigenti è raddoppiato. Nonostante l’economia sia cresciuta più di altre regioni. Un paradosso attribuibile all’aumento del costo della vita e alla stagnazione dei salari. L’alta inflazione del 2023 ha indubbiamente aggravato le difficoltà economiche. Se nove anni fa l’incidenza della povertà nel Sud Italia doppiava quella del Settentrione (9,6% contro 4,2%), oggi la differenza è di poco più di 2 punti (10,3% contro 8%).