Claudio Graziano sarà il nuovo presidente di Fincantieri e avrà il compito di sostituire come figura di garanzia nel cda del gruppo navale triestino l’ambasciatore Giampiero Massolo, pronto al passaggio in Atlantia.
Il “generale Europa”
Graziano in queste settimane è stato più volte chiamato in causa come figura di primo piano nella risposta strategica che i Paesi europei stanno strutturando dopo l’invasione russa dell’Ucraina in quanto dal 2018 guida il Comitato militare dell’Unione Europea, il massimo organismo militare composto dai capi di stato maggiore della Difesa dei paesi membri.
Eletto per subentrare al generale greco Mikhail Kostarakos ai tempi della Commissione Juncker, Graziano si è contraddistinto per una grande spinta per la costituzione di un nucleo di autonomia strategica europea in campo della Difesa. E la sua chiamata alla presidenza di Fincantieri è, in tal senso, sintomatica della volontà di proseguire l’opera di Giuseppe Bono.
Due linee per la Difesa
La Difesa italiana si trova in una situazione molto propizia sul fronte della politica industriale, vedendo avanzare al suo intero due diversi orientamenti: da un lato, la vocazione atlantica su cui ha notevolmente investito Leonardo, dall’altra quello diretto verso il rafforzamento dell’industria europea del settore, che ha rappresentato la grande scommessa di Fincantieri nella seconda metà del ventennio di Giuseppe Bono, prossimo alla chiusura.
I due orientamenti possono essere gestiti con un certo margine di flessibilità e con un gradiente di complementarietà. La lunga gestione Bono, una delle più strutturate storie nel quadro dell’amministrazione delle partecipate pubbliche in Italia, ha portato Fincantieri a posizionarsi in maniera chiara. Col consorzio Naviris, da un lato, Fincantieri ha plasmato l’alleanza con Naval Group per la realizzazione di diversi progetti dinamici di natura militare, dall’altro con il gruppo francese riesce a competere a pieno ritmo nei progetti che li vedono rivali per le forniture di Fregate Europee Multiruolo (Fremm) dimostrandosi un gruppo guida nel Vecchio Continente.
Nuovi progetti per Fincantieri
In particolare di grande interesse per Fincantieri e Naviris è oggigiorno il programma European patrol corvette (Epc), entrato all’intero della cooperazione strutturata permanente (Pesco) dell’Unione europea, fortemente sponsorizzato dalla Francia macroniana.
“Coordinato dall’Italia e comprendente ad oggi, Francia, Spagna e Grecia (con il Portogallo come osservatore), il programma Epc costituisce uno sforzo fondamentale per affermare Naviris come ‘design authority navale’ sulla scena internazionale” ha sottolineato Analisi Difesa. Il progetto collegato ai fondi strategici destinati dall’Unione Europea ai primi, embrionali programmi di difesa comune europea e che Graziano ha profondamente sostenuto durante il suo mandato.
Chi è Claudio Graziano
Il 69enne Claudio Graziano, che vanta alle spalle una lunga carriera alle spalle che lo ha portato in Afghanistan (2004), nelle vesti di Comandante della Brigata Alpina Taurinense dispiegata, e successivamente in Libano in qualità di Force Commander e Head of Mission della missione UNIFIL (2007-2010) e ai vertici della Difesa italiana come Capo di Stato Maggiore (2015-2018), ha infatti perorato sempre con grande attenzione la ricerca di una dinamica struttura europea capace di agire in maniera complementare all’Alleanza Atlantica.
Da ultimo dopo la guerra russo-ucraina Graziano ha dichiarato che “ci troviamo in un momento in cui c’è davvero una possibilità ma direi un dovere, un’esigenza di creare una difesa comune europea e dobbiamo essere pronti all’alta intensità anche se non per usarla, perché l’Unione europea vuol risolvere le problematiche in modo integrato con il potere economico, politico, informativo e con il supporto di quello militare”.
Il senso della nomina
Una direzione simile a quella seguita dalla Fincantieri targata Bono, che ha visto nelle scorse settimane il terremoto sul caso D’Alema-Colombia che ha portato al crollo della stella del direttore generale Giuseppe Giordo, direttore divisione navi militari e successore designato di Bono a cui sono state tolte le deleghe.
La nomina di Graziano vuole in tal senso rassicurare contro possibili scossoni e segnalare la volontà dell’azienda costruttrice delle principali imbarcaizoni della Marina Militare, da ultima la modernissima “Trieste”, di proseguire sul lato delle flotte armate come principale core business aziendale.
Una pedina in meno per Draghi
C’è tuttavia un dato da sottolineare: risulta rischioso il fatto che il Comandate militare dell’Ue possa lasciare nel pieno di una crisi come quella d’Ucraina per assumere un ruolo sostanzialmente manageriale di garanzia in una partecipata pubblica, togliendo potenzialmente all’Italia il controllo di una poltrona fondamentale in un momento cruciale.
Per tranquillizzare l’azienda e il mercato, Cdp e il governo hanno scelto un pezzo da novanta per sostituire un altro big come Massolo, ma Graziano ora come ora sta svolgendo in una posizione apicale il suo ruolo in forma decisamente autorevole, contribuendo a incentivare il dibattito politico sulla necessità per l’Ue di prendersi le sue responsabilità.
Per confermare la volontà di Fincantieri di navigare nelle acque della Difesa comune europea e dei suoi appalti l’Italia di Draghi avrà dunque tolto una pedina fondamentale alla sua squadra di “boiardi” europei? Il rischio c’è. E di fronte al protagonismo di Paesi come Francia e Germania un occhio italiano laddove si decidono strategie, contratti, appalti per i player della Difesa, è indubbio, appare a nostro avviso necessario. Ogni passo dopo la conferma della nomina di Graziano andrà dunque letto alla base del rischio di una perdita italiana del controllo del comando militare Ue.