Perché leggere questo articolo? Giuseppe Conte l’ha sparata davvero grossa, anche per i suoi standard. Secondo l’ex premier in Italia ci sarebbero due milioni di famiglie che non riescono a pagare il mutuo. Nel corso di un dibattito a Montecitorio l’avvocato degli italiani ha chiesto a Meloni come fa a dormire la notte. A giudicare dall’intervento parrebbe Conte ad aver bisogno di riposo: il dato è completamente inventato.
I conti di Conte non tornano. Nell’intervento alla Camera di mercoledì – quello diventato famoso nel mondo per Meloni che si nasconde dentro la giacca – l’ex premier ha dato i numeri. Il leader del M5s ha attaccato l’attuale premier per non aver tassato abbastanza le banche dicendo: “Ma lei lo sa che ci sono due milioni di famiglie che stanno perdendo casa, per la vendita all’asta, perché non riescono a pagare il mutuo? Sono nostri concittadini! E nello stesso tempo avete permesso alle banche di poter distribuire 28 miliardi di utili proprio per quei mutui. Come fa a dormire la notte?”. Peccato che i numeri di Conte siano completamente inventati e irrealistici.
Conte dà i numeri sui mutui
Luciano Capone sul Foglio e il sito Pagella Politica hanno provato a ricostruire la fonte del dato sciorinato dall’Avvocato degli Italiani. Non si capisce bene quale sia. Molto probabilmente, un articolo di sabato 16 marzo di Repubblica dal titolo: “Mutui, due milioni di famiglie rischiano di perdere la casa”. Lo stesso Conte aveva già citato questo articolo in un video pubblicato sulle sue pagine social il 18 marzo.
Sebbene nell’articolo non ci sia una fonte precisa che spieghi come sia stata calcolata la cifra monstre di due milioni di famiglie con casa all’asta. Repubblica cita la presentazione alla Camera dell’osservatorio Salvalatuacasa, realizzato da Nomisma, che in realtà ha fornito dati completamente incompatibili con il numero brandito da Conte contro la premier. Nomisma è una società che realizza consulenze e ricerche di mercato per imprese, associazioni e istituzioni pubbliche; SYHO è una società che aiuta le persone che hanno perso la propria casa a causa di debiti a ricomprarla. Il 15 marzo Nomisma e SYHO hanno presentato i risultati dell’osservatorio in una conferenza presso la sala stampa della Camera.
Un numero inventato, che non sta né in cielo né in terra
Il dato è qualcosa più che inventato: è improponibile. In Italia sono registrate all’anagrafe 25,7 milioni di famiglie. Di queste sono circa 3,5 milioni quelle che hanno contratto un mutuo immobiliare. A loro volta, 40 per cento (ma la quota è in forte discesa), ha un mutuo a tasso variabile, la tipologia cioè che ha subìto il forte impatto del rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce e, quindi, l’aumento della rata. E’, evidentemente, un dato incompatibile con 2 milioni di famiglie in default.
Un ordine di grandezza del problema lo mostra la Fabi, il sindacato dei bancari, che in un’analisi sui dati della Banca d’italia indica in 2,7 miliardi di euro le sofferenze (credito che non verrà rimborsato) su 425 miliardi di valore complessivo dei mutui immobiliari a fine aprile 2023. In pratica, lo 0,6 per cento. Secondo la Federazione autonoma bancari italiani (FABI), le famiglie in Italia con un prestito da pagare (compreso il mutuo) sono circa 6,8 milioni. Il 16 per cento visto sopra di queste famiglie corrisponde a poco più di un milione di famiglie, non 2 milioni.
I conti di Conte non possono tornare
Che l’affermazione sia spropositata dovrebbe apparire evidente allo stesso Conte dall’enorme contraddittorietà delle sue parole. Il leader del M5s ha affermato che 2 milioni di famiglie hanno smesso di pagare il mutuo, mentre le banche hanno fatto 28 miliardi di utili. Ma se davvero il 60 per cento delle famiglie con un mutuo avesse smesso di pagare le rate, le banche esposte per centinaia di miliardi sui mutui non solo non avrebbero fatto tutti questi profitti ma, molto probabilmente, sarebbero fallite a loro volta. All’asta, insieme alle case, ci sarebbero pure gli sportelli bancari.