Perché questo articolo potrebbe interessarti? Nella classifica mondiale dei Paesi che ospitano il più alto numero di musei sui loro territori l’Italia si trova soltanto all’ottavo posto. Superata dalla “diretta concorrente” Francia e dalla Germania. Ma anche da nazioni insospettabili come Brasile, Russia e Giappone. Nonostante l’enorme patrimonio culturale a disposizione, Roma non riesce a sfruttare al meglio le sue risorse. Ecco i numeri che certificano la crisi culturale del Belpaese.
Per trovare l’Italia dobbiamo scorrere di otto posizioni dall’alto verso il basso. Incastonata tra il Brasile e il Regno Unito, conta 3.195 musei complessivi presenti sul proprio territorio. Un numero alto, ma non elevato come quello totalizzato dalle altre sette nazioni che precedono Roma. Nella classifica Unesco che mette in fila i Paesi del mondo in base al loro numero di musei non mancano le sorprese. A cominciare, appunto, dall’ottavo posto riservato all’Italia, terra di immensa cultura ma evidentemente non sempre capace di sfruttare al meglio i suoi tesori.
Covid e crisi
Prima di analizzare la classifica Unesco, vale la pena accendere i riflettori sul settore museale italiano. Dal 18esimo Rapporto Annuale Federculture emergono dati allarmanti che riguardano a dire il vero l’intero universo culturale. Che, in tutti i suoi ambiti, è stato travolto dalla crisi provocata dalla pandemia.
Tra il 2019 e il 2021 abbiamo assistito ad un “preoccupante allontanamento da parte degli italiani dalle attività culturali”. Tutti i settori hanno fatto registrare veri e propri crolli della partecipazione: – 81% cinema, -85% teatro; -82% concerti e -72% musei. Nei primi due anni di pandemia l’occupazione culturale è diminuita del 6,7%. Negli ambiti più strettamente culturali il calo arriva all’11%.
Per quanto riguarda musei, mostre e affini, nel 2019-2021 il calo della spesa delle famiglie si è attestato intorno al 26,6%. La fruizione (residenti che dichiarano di aver fruito di attività culturali nell’arco dei 12 mesi) nell’ambito delle visite a musei e mostre si è contratta del -72%. Certo, accanto all’emergenza sanitaria sul settore incidono anche altri fattori prettamente nazionali. Si va dal lavoro culturale che sconta una “scarsa riconoscibilità” alla “disomogeneità”, passando attraverso la “frammentarietà nei contratti e nelle tutele”.
L’Italia e i musei
L’Italia presenta particolari caratteristiche che la rendono unica nel suo genere. Nel 2020 l’Istat stimava in Italia, aperti o parzialmente aperti, 4.265 musei e istituzioni similari, pubblici e privati. Di questi, 3.337 erano musei, 295 aree archeologiche e 633 monumenti o complessi monumentali.
L’offerta di strutture espositive a carattere museale ha una densità sul territorio pari a 1,4 musei o istituti similari ogni 100 kmq. Circa uno ogni 14mila abitanti, in termini demografici. Più di un comune italiano su quattro (26,7%) ospita inoltre almeno un museo o un istituto similare.
Arriviamo così alla caratteristica chiave dell’Italia. Quale? La diffusione capillare dei luoghi di interesse culturale. Il 32,2% degli istituti museali si trova infatti in piccoli comuni con meno di 5mila abitanti e il 33% in comuni di media grandezza demografica (tra i 5mila e i 30mila abitanti).
Roma deve quindi fare i conti con un’offerta museale “fortemente policentrica e uniformemente distribuita su tutto il territorio”. Anche in aree marginali dal punto di vista geografico, socio-economico o infrastrutturale. Ebbene, se saltano i legami tra il centro e queste aree, l’offerta culturale italiana non può che risentirne, tanto nel breve quanto nel lungo periodo.
La classifica dei musei
Basta dare un’occhiata ai numeri. Dal 2006 al 2019 il pubblico del patrimonio culturale italiano è aumentato di un terzo (+33,6%), in media con un ritmo di oltre due milioni e mezzo di visitatori annui. Tra il 2018 e il 2019 si riscontra un rallentamento della crescita con un milione e mezzo di persone (+1%) contro i 10 milioni registrati tra il 2018 e il 2017. Nel 2020 abbiamo invece avuto il crollo causato dal Covid.
Al netto di quanto accaduto all’estero, tornando alla classifica Unesco si evince come l’Italia debba scontare questi e altri problemi endemici. Al primo posto della graduatoria, per la cronaca, troviamo gli Stati Uniti con 33.082 musei, il più alto numero al mondo. Alle spalle degli Usa ecco la Germania con 6.741 strutture. Seguono Giappone (5.738), Cina (5.535), Russia (5.415), Francia (4.811), Brasile (3.906), Italia (3.195, in calo rispetto al 2021) e Regno Unito (3.183).