Perché questo articolo potrebbe interessarti? In Albania si trovano alcuni dei più grandi giacimenti di risorse strategiche d’Europa. Ulteriori ricerche potrebbero scoprire che il sottosuolo nasconde altri tesori. I lavori nei cantieri del potenziale volano per la crescita dell’Albania vanno a rilento perché servono più investitori interessati. È l’occasione per l’Italia di intervenire.
L’Italia, l’Europa e gran parte dell’Occidente hanno un problema di approvvigionamento di materie prime critiche, in particolare di terre rare, ovvero di tutte quelle risorse che sono indispensabili per la traslazione in realtà della Rivoluzione verde (e non solo). Scrivere materie prime critiche è dire grande industria, alta tecnologia, informatica. Ma scrivere materie prime critiche è dire, anche, Cina.
L’Italia e i paesi dell’Unione Europea si rivolgono alla Cina per soddisfare il 44% del loro fabbisogno di materie prime critiche. Le materie prime critiche occorrono all’Italia per mandare avanti le industrie nazionali, giacché contribuiscono alla realizzazione di circa un terzo del prodotto interno lordo.
Tra i paesi occidentali è corsa all’accaparramento di risorse naturali strategiche, dal petrolio alle terre rare, perché trattasi di un mercato in primo luogo dominato da Pechino e in secondo luogo da Mosca. Il tempo stringe. Più la competizione tra grandi potenze va avanti, aggravandosi, più le catene del valore sono a rischio. Ma prevenire e/o mitigare i danni di un’eventuale rottura tra fornitori e clienti è possibile. Servono soltanto soluzioni innovative, come il riciclo dei prodotti tecnologici, e “miniere amiche”, come l’insospettabile Albania.
Cromo, l’oro dell’Albania
Nei dintorni di Krastë, cittadina dell’Albania orientale, si trova una delle “miniere congelate” più geoeconomicamente significative del Vecchio Continente: la miniera di Krasta.
La miniera di Krasta, incuneata all’interno dei maxi-complessi minerari dell’area di Bulqizë, è particolarmente ricca di cromite, il minerale del cromo, un metallo dai molteplici utilizzi – dalla metallurgia alla verniciatura –, che ivi sarebbe presente nella “modica” quantità di due milioni di tonnellate. Numeri che rendono Krasta una delle più grandi miniere di cromo d’Europa.
Sviluppata negli anni Sessanta, in piena era Hoxha, la miniera di Krasta è stata una delle dodici miniere di cromo più grandi dell’Albania, nonché una delle colonne portanti dell’intero settore minerario. Da qui, invero, sono state estratte 716mila tonnellate di cromite tra il 1971 e il 2006.
Sebbene la miniera di Krasta risulti congelata, giacché ogni attività estrattiva è cessata nel 2006, al suo interno si troverebbero ancora ingenti quantità di cromite: due milioni di tonnellate, mai toccate, che attendono l’arrivo dei giusti investitori. Investitori che, se in grado di presentare un piano di sfruttamento a basso impatto ambientale, potrebbero convincere la politica e la popolazione del luogo a dare semaforo verde alla riapertura della miniera.
Gli altri tesori del Paese delle aquile
Il cromo è soltanto uno dei tanti tesori che si trovano all’interno di quel forziere geologico che è l’Albania, nel cui sottosuolo si trovano giacimenti dall’ampiezza da quantificare di risorse naturali strategiche quali cobalto, nickel, platino e rame.
Tracce di cobalto e platino sono state rilevate nella miniera di Krasta, che è tanto grande quanto inesplorata, ma servirebbero delle mappature approfondite per avere un’idea dei numeri sul tavolo. Il nickel è attualmente estratto nelle miniere mature di Devolli e Kokogllave, che, insieme, contengono quasi un milione di tonnellate dell’elemento, ma i geologi albanesi sono dell’idea che possa nascondersi anche nel quadrante Trull-Surroi-Nome-Lurë e lungo la Skroskë-Bushtrica-Prrenjas.
Il rame è un altro tesoro del quale l’Albania è particolarmente ricca, trattandosi del secondo metallo, dopo il cromo, per numero di riserve utilizzate, vergini e presunte. I giacimenti del metallo rosso sono sostanzialmente concentrati nel settentrione del Paese, più precisamente in sei distretti, ma le rilevazioni geologiche suggeriscono una sua presenza a macchia d’olio.
Le opportunità per l’Italia
L’Albania è alla ricerca di investitori stranieri che siano interessati a riportare in vita delle miniere congelate, come quella di Krasta, e a mappare un territorio che, rilevazioni preliminari alla mano, potrebbe essere ricco di cobalto, magnesio e platino e portare alla luce nuovi depositi di nickel e rame.
Ma la disponibilità di capitale potrebbe non essere sufficiente. Uno dei grandi problemi del settore minerario albanese è sempre stato quello dell’inquinamento: miniere che danno lavoro a interi distretti, miniere che intossicano interi distretti, aggravandone la qualità dell’aria e minacciando la salute degli abitanti. Il problema dell’inquinamento da miniere è stato ed è particolarmente sentito da coloro che vivono nei pressi del macroscopico complesso minerario di Bulqizë: una sessantina di depositi verificati di cromite su un’area di 370 chilometri quadrati.
Coloro che manifesteranno un interesse per il tesoro geologico dell’Albania dovranno fare i conti con una popolazione (giustamente) restìa a rivivere dei déjà-vu. Il che significa che ottenere i diritti di esplorazione potrebbe non bastare: i piani d’azione dovranno considerare le peculiarità storiche dei luoghi e, sulla base di esse, fornire delle rassicurazioni.
Le imprese minerarie italiane hanno tutte le carte in regola per prendere parte all’albeggiante corsa agli ori d’Albania nelle vesti di protagoniste. Non soltanto dispongono del know-how necessario alla conduzione di attività esplorative ed estrattive, ma hanno una sensibilità nei confronti delle questioni ambientali molto più marcata di molti loro competitor.