Perché questo articolo potrebbe interessarti? I siti cinesi di e-commerce sono sempre più numerosi. Offrono prodotti a prezzi interessanti e molte persone sono attratte da portali che stanno insediando da vicino Amazon. Ecco tutto quello che c’è da sapere sui nuovi campioni dello shopping online.
C’erano una volta Amazon ed Ebay, gli unici re (americani) del commercio online. Oggi è il turno di AliExpress, Temu, Shein, Wish, DHgate e i loro fratelli. I nuovi protagonisti dell’e-commerce globale parlano cinese, propongono cataloghi pressoché infiniti, in continuo aggiornamento, e, soprattutto, offrono la loro mercanzia a prezzi irrisori.
Il loro obiettivo? Conquistare ampie fette dei mercati occidentali a discapito dei vecchi colossi americani ed europei.
Rispetto a qualche anno fa, quando chi acquistava da portali simili in cerca dell’affare low cost del secolo rischiava spesso di vedersi arrivare a casa fregature più o meno clamorose, adesso la situazione è cambiata radicalmente. La Cina, del resto, ha intenzione di trasformare l’attuale sistema del commercio mondiale mettendo al centro i suoi campioni nazionali.
Detto altrimenti, gli emissari del Dragone devono essere affidabili, all’avanguardia, attraenti e insostituibili, così da consentire a Pechino di eliminare gli intermediari al dettaglio dislocati in Usa ed Europa. Eccolo, dunque, l’approccio sposato dal gigante asiatico: Made in China, Sold by China, e Marketed by China.
AliExpress e i suoi fratelli
Quali sono i siti cinesi più famosi per fare acquisti? Impossibile non partire con AliExpress, spin off del marketplace cinese Alibaba di Jack Ma, lanciato nel 2010.
Qui sopra è possibile trovare di tutto: da capi di abbigliamento a gadget, da giocattoli a prodotti di elettronica. I prezzi sono decisamente più bassi rispetto ad Amazon, anche se di contrappeso le marche non sono (o meglio: non dovrebbero) essere di primo piano. Le recensioni aiutano molto a capire cosa e dove comprare. Le spedizioni non sono sempre velocissime ma, in caso di disguido, il servizio rimborso è abbastanza efficiente.
Temu e Shein sono gli ultimi arrivati. Partiamo dal primo. Dal suo debutto nell’agosto 2022, Temu ha scalato le classifiche fino a diventare l’app per lo shopping più scaricata negli Stati Uniti, grazie alla sua pubblicità aggressiva e alle tattiche di coinvolgimento dei consumatori. Il suo modello di business, distinto dalla concorrenza, vieta il dropshipping, garantendo tempi di consegna più rapidi e elenchi di prodotti autentici. La base di clienti è composta in gran parte da appartenenti alla Generazione Z (i più attenti al prezzo).
Shein è invece un esempio dell’esportazione del fast fashion cinese nel mondo occidentale. È passata dal registrare 10 miliardi di dollari di vendite nel 2020 a 100 miliardi nel 2020.
Ci sono poi altri portali da menzionare – JD, DHgate e Wish, soltanto per citarne alcuni – accomunati dallo stesso modus operandi: un catalogo caratterizzato da prezzi bassi e un ampio reticolato che collega migliaia di fabbriche cinesi al resto del pianeta.
Shopping low cost affidabile
I siti cinesi di e-commerce sono affidabili? È questa la domanda da un milione di dollari che attanaglia milioni di consumatori. Tendenzialmente la risposta è positiva, anche se bisogna capire cosa intendiamo per affidabilità (e questo vale anche per Amazon).
Le spedizioni, i tempi di consegna e le transazioni non presentano criticità di sorta. Per quanto riguarda i prodotti, i portali si impegnano a contrastare la vendita di brand contraffatti e, quel che offrono, è spesso recensito da centinaia di commenti di utenti. Diciamo dunque che è possibile fare ottimi affari sfruttando i prezzi ultra competitivi delle piattaforme.
Il successo di Aliexpress, ad esempio, dimostra il potenziale dei mercati cinesi nel sapersi integrare alla perfezione con l’ecosistema dell’e-commerce occidentale. Soddisfacendo le diverse richieste dei consumatori e promuovendo, al tempo stesso, una struttura di prezzi competitiva.
La Cina, come detto, sta cercando più che mai di stabilire i propri mercati e piattaforme nazionali in Europa e negli Stati Uniti per aggirare gli attori regionali locali. Ed è proprio questo ciò che preoccupa i player occidentali. L’alba del 2023, intanto, ha visto un significativo aumento (+19,9%) nelle esportazioni di e-commerce made in China, spinte da Shein e Temu. Potrebbe essere soltanto l’inizio.