Perché questo articolo potrebbe interessarti? Quello dell’Italia rimane un palcoscenico ambito per le grandi aziende tecnologiche del mondo. Se qualche anno fa erano i colossi della Cina a spingere forte sul contesto italiano, adesso sembrerebbe essere arrivato il momento dei player Usa. La stagione delle telecomunicazioni e del 5G di Huawei e Zte è stata infatti offuscata – rallentata se non congelata – dalle tensioni internazionali. E Roma si prepara ad accogliere un nuovo maxi investimento di Microsoft.
L’annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Microsoft ha informato di voler investire 4,3 miliardi di euro in Italia nei prossimi due anni.
L’obiettivo del colosso americano? Semplice: espandere la sua infrastruttura di data center hyperscale cloud e di Intelligenza Artificiale. Investimenti strategici ai quali sarà aggiungo anche un piano di formazione per far crescere le competenze digitali di oltre 1 milione di italiani entro la fine del 2025.
E così, mentre i riflettori dell’opinione pubblica illuminavano i passi delle aziende automobilistiche cinesi, ecco che la multinazionale tecnologica di Redmond ha fatto il grande passo in avanti.
La mossa degli Stati Uniti, per mezzo di Microsoft si intende, si è materializzata in un momento nel quale le aziende tecnologiche del Dragone faticano a recuperare il terreno perduto.
Huawei e Zte, che negli scorsi anni avevano preparato il terreno per introdurre nel Belpaese dossier complessi come il 5G e le telecomunicazioni, sono state costrette a rallentare – se non congelare – le proprie attività.
Colpa delle tensioni internazionali tra Washington e Pechino, che hanno in qualche modo “costretto” i governi dell’Unione europea – volenti o nolenti – a seguire Bruxelles e il partner statunitense. Il risultato? Nel caso italiano, la prateria tecnologica è rimasta senza “padrone”. E Microsoft ne ha approfittato alla grande.
La mossa di Microsoft in Italia e il ritorno in campo degli Usa
Microsoft ha spiegato in un comunicato che l’espansione del data center nel Nord Italia, unita all’impegno per fornire le giuste competenze legate all’intelligenza artificiale, “supporta la crescente domanda di servizi cloud basati sull’AI nel Paese” e risponde “alle esigenze delle organizzazioni che ricercano maggiore produttività e innovazione”.
Detto altrimenti, implementando l’Ia in settori strategici come il manifatturiero, la sanità, la finanza e la pa, Roma potrebbe innovare alcuni processi strategici. Da Microsoft hanno inoltre fatto sapere che, con questo investimento, la Cloud Region ItalyNorth diventerà una delle più grandi regioni data center dell’azienda nel continente.
Questa svolgerà un ruolo cruciale nel soddisfare i requisiti europei di Data Boundary e fungerà, inoltre, da hub di dati chiave per il Mediterraneo e il Nord Africa, promuovendo la collaborazione con il Sud del mondo.
Ricordiamo che Microsoft e il fondo d’investimento statunitense Blackrock hanno annunciato un fondo del valore di oltre 30 miliardi di dollari da impiegare per investire in data center incentrati sull’Ia, catene di fornitura legate all’Ia e approvvigionamento energetico.
Nei giorni scorsi, prima di aver incontrato il presidente di Microsoft, Brand Smith, Giorgia Meloni aveva avuto un faccia a faccia anche con Larry Fink, presidente di Blackrock.
E la Cina?
La Cina, intanto, continua ad essere un partner rilevante per l’Italia – nel 2023 l’interscambio è stato di l’interscambio di 66,7 miliardi di euro – anche se i suoi investimenti strategici nel Paese europeo devono fare i conti con vari ostacoli.
Huawei, che ai tempi della firma del memorandum relativo alla Via della Seta era in prima linea nello sviluppare soluzioni tecnologiche nel Belpaese, sta rialzando la testa soltanto adesso. Il colosso di Shenzhen ha ospitato a Como la prima Huawei European Partner Conference, con l’intenzione di promuovere “un solido ecosistema di collaborazione con i propri partner”.
“Attraverso la nostra offerta di prodotti ICT innovativi intendiamo supportare le imprese locali nel loro processo di trasformazione digitale, velocizzandone i tempi. Insieme, possiamo aiutare l’Europa a realizzare infrastrutture digitali, sviluppare talenti digitali e raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale”, ha dichiarato Jim Lu, Presidente, Huawei Europe.
Se, dunque, l’approccio Usa chiama in causa direttamente il governo, quello cinese sembrerebbe adesso partire “dal basso“, dalle piccole e medie imprese operative sul territorio. Vedremo quale delle due strategie risulterà più efficace nel lungo periodo. Certo è che l’Italia si (ri)trova al centro di una partita che potrebbe vederla ottenere non pochi vantaggi, ma anche realizzare potenziali, clamorosi autogol.