Nei giorni scorsi l’Ufficio legislativo del Ministero del Turismo ha inviato alle Associazioni di categoria interessate, la bozza della proposta di legge in materia di locazioni brevi con finalità turistiche che, nelle dichiarate intenzioni del Ministro Santanchè, vuole fornire “una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali, a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento“.
La proposta del ministro Santanché
Tra le tematiche più rilevanti, sicuramente quelle contenute negli articoli 3 e 4 della proposta di legge, che, rispettivamente prevedono un unico Codice Identificativo Nazionale (CIN) in sostituzione dei vari Codici Identificativi Regionali (CIR) e l’introduzione della durata minima di due notti, a pena di nullità, del contratto di locazione breve per finalità turistica. Durata minima obbligatoria prevista – ad eccezione dell’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare composto da almeno un genitore e tre figli – per gli immobili siti nei centri storici delle città metropolitane e rimessa alla scelta dei Comuni in una serie di altri centri.
Le 13 associazioni di categoria (Confedilizia, Fiaip, Prolocatur, Confassociazioni RE, PMI, Rescasa Lombardia, Host + Host, Host Italia, Bre-VE, Myguestfriend, OspitaMI, Abbav e F.A.R.E) coinvolte dal Ministro Santanchè nell’incontro del 23 marzo scorso, dove sono state presentate congiuntamente 5 proposte condivise, accolgono con favore la previsione di un unico codice identificativo nazionale in sostituzione dei vari codici identificativi regionali, pur rilevando che sarebbe necessario eliminare anche altre comunicazioni in essere.
Santanchè: “No al divieto di affitto per una notte”
Esprimono, invece, forte contrarietà nei confronti dell’introduzione del divieto per il proprietario dell’immobile o per il suo gestore professionale di darlo in locazione per una sola notte, considerandola, a tutti gli effetti, una norma discriminatoria, liberticida e con profili di dubbia costituzionalità, che alimenterà forme di evasione fiscale e di illegalità varie. Il tutto, peraltro, con un arcobaleno di discipline in funzione del Comune di ubicazione dell’immobile, che produrrà un caos indescrivibile.
“Si tratta di una proposta di legge che contiene alcuni elementi apprezzabili in accoglimento di una parte delle nostre istanze, su tutti la volontà di uniformare gli adempimenti prevedendo un unico codice identificativo Nazionale – commentano all’unisono i rappresentanti delle 13 associazioni di categoria – ma che, nello stesso tempo, presenta, sia tecnicamente che nel merito, diversi aspetti su cui riteniamo indispensabile intervenire prioritariamente eliminando la previsione di insensati limiti temporali alla libertà di affittare liberamente il proprio immobile acquistato spesso e volentieri con i risparmi accumulati in anni e anni di sacrifici”.
Il ddl presentato nei prossimi giorni
“Nei prossimi giorni presenteremo un documento dettagliando le nostre osservazioni – concludono i rappresentanti delle associazioni – confermando la massima disponibilità, oltre che l’opportunità, a presentarle al prossimo incontro che il Ministro Santanché si è detta intenzionata ad organizzare con l’auspicata convinzione che possano essere integralmente recepite”.