Tempi duri per molti settori legati ai fondi Esg e alla sostenibilità: il mondo colpito dalle guerre in Ucraina e a Gaza, il mondo che progetta un sostanziale riarmo e in cui le spese militari sono in volo in Borsa premia la Difesa e penalizza le aziende “green”.
La Difesa traina la borsa europea
Un trend che, lo ricordiamo, è particolarmente forte in Europa. “Il vero protagonista europeo è il settore della difesa, con la corsa alle armi che si è tradotta nella corsa dei suoi players nazionali” sui listini, ragiona Gabriel Debach, Market Analyst di eToro.
Nell’ultimo anno di contrattazioni, nota Debach “i leader sui principali listini nazionali, come in Italia (Iveco +73% e Leonardo +53.7%), in Germania (Rheinmetall +78%) e nello Stoxx 600 (escludendo Morphosys +97% che ha beneficiato dell’offerta di acquisto di Novartis)” sono legati alla Difesa.
Tra essi, in particolare, vediamo la tedesca Rheinmetall, la svedese Saab e l’italiana Leonardo a guidare la classifica dei rialzi. Tra le altre aziende attive nella Difesa, Airbus in un anno supera il +43%, la spagnola Indra vola al +55%, la tedesca Hensoldt segna +27%. Il trend è unico: si cresce, si cresce, si cresce. Anche chi non vive di sola Difesa, come Fincantieri, vola: +18% in un anno.
Debach commenta che “dopo anni di esclusione dai portafogli degli investitori, motivata non solo da considerazioni economiche ma soprattutto da valutazioni etiche e ESG (ambientali, sociali e di governance), il comparto torna nuovamente in auge. E con orizzonti geopolitici certamente non dei migliori, la domanda non sembra neanche accennare a diminuire”.
Negli Usa industrie green a picco
In quest’ottica, la questione riguarda da vicino più l’Europa che gli Usa perché oltre Atlantico le compagnie americane hanno una maturità finanziaria consolidata da tempo e nell’ultimo anno hanno dovuto piuttosto fare i conti con i problemi della saturazione della domanda per servire export, forniture agli alleati di Washington, Ucraina in testa, e ristrutturazione delle catene del valore. Però a New York Wall Street sta diventando banco di prova per un nuovo trend: il calo dei fondi più strettamente connotati come “verdi”.
Come ricorda Debach, “negli Stati Uniti le industrie green ovvero Solar (ETF TAN) e Clean Energy (ETF PBW) rimarcano contrazioni a doppia cifra, ovvero le peggiori tra le industrie americane. Se il mercato azionario americano ha corso, quello dei Treasury ha offerto un’evoluzione meno positiva, limitando soprattutto tali industrie sensibili ai tassi. Evoluzione contrapposta delle rinnovabili e delle industrie europee della difesa che rimarca la fine dell’etica in borsa?”, ci si può chiedere. Ma mischiare interesse finanziario e etica è sempre complesso: la Borsa riflette gli umori di un mondo che cambia. E in quest’ottica il clima globale sempre più competitivo dà una traccia di ciò che ci aspetta. Forse chi pensa di inserire nel computo Esg il settore della Difesa, ora come ora, troverebbe a tal proposito orecchie più “rispondenti”…