Perché leggere questo articolo? La sfida di Poste è quella di portare digitalizzazione e innovazione in un settore molto tradizionale. L’ad Matteo Del Fante, in sella dal 2017, è il regista di una svolta approvata da risultati in crescita
Nella tornata più recente di nomine Matteo Del Fante si è conquistato il terzo mandato consecutivo da ad di Poste Italiane. Il 55enne fiorentino, ex ad di Terna, in sella dal 2017 ha visto Giorgia Meloni divenire il terzo premier a confermarlo alla guida del gruppo dopo Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte. Dopo Claudio Descalzi, è dunque il boiardo delle partecipate in sella da più tempo. E il segreto della conferma al cambiare degli inquilini di Palazzo Chigi e delle tornate di nomine sta nei risultati che hanno liberato di molti stigmi e fragilità il nome delle Poste.
Risultati in volo
I risultati del primo trimestre con un utile netto pari a 540 milioni di euro nel primo trimestre del 2023, con un forte aumento del 9,4% anno su anno, sono solo la ciliegina sulla torta. In tre mesi le Poste targate Del Fante hanno centrato un utile pari a un terzo del risultato, già notevole del 2022: 1,51 miliardi di euro.
Capillarità e digitalizzazione le parole d’ordine. Le Poste, nell’era Del Fante, hanno promosso una campagna di profonda trasformazione digitale. Si sono rese tecnologicamente più avanzate. Dal 2017 ad oggi hanno reso la capillarità nel territorio nazionale il perno di una svolta capace di unire digitale e reale. Dalla trasformazione nel ruolo di anchor investor per la campagna dello Spid alla gestione dei costi in relazione alle competenze del personale, le Poste hanno conosciuto una grande svolta. Da 8,1 miliardi nel 2017 a 11,6 miliardi i ricavi, da 689 milioni a 1,51 miliardi gli utili: i dati raccontano solo una parte della realtà.
Più fiducia e più finanza per Poste
Poste è oggi più integrata nella galassia delle partecipate, si confronta attivamente in termini di distribuzione del patrimonio con la “sorella” Cassa Depositi e Prestiti e Del Fante conferma che anche il suo ad può entrare nel novero dei potenziali candidati a un ruolo di vertice nelle aziende più blasonate.
Il mix tra capillarità e digitalizzazione sarà valorizzato nei prossimi anni con la trasformazione indotta da 553,1 milioni di euro su cui Poste è al lavoro come soggetto attuatore del Progetto Polis del Ministero dello Sviluppo Economico. Esso consiste in un piano per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nei piccoli centri urbani e alle aree interne del Paese portando la digitalizzazione spinta nei servizi telematici, nella concessione di identità digitali, nella diffusione dei servizi finanziari.
Il nuovo volto “fresco” con cui Poste appare oggi è testimoniato dal dato del contributo dei servizi finanziari stessi non legati all’ordinaria attività del gruppo nei risultati. Tradizionalmente l’attività delle Poste era quella di un’ordinaria struttura che gestiva soprattutto la compravendita di Btp e altri prodotti a garanzia pubblica. Ora, dalle Polizze Poste Vita in giù, il gruppo emette prodotti complessi come le assicurazioni e nel 2022 ha visto un contributo fondamentale del settore in questione con ricavi a 2,2 miliardi di euro in crescita di oltre il 15%.
Giuseppe Lasco, regista della sicurezza di Poste
In quest’ottica lo scenario vede il gruppo essere anche un player attivo nella sicurezza. Qui assieme a Del Fante l’uomo chiave è l’ex finanziere Giuseppe Lasco, classe 1960, condirettore generale del gruppo. Il quale ha messo la security in testa partendo, soprattutto, dalla sfida chiave della tutela dei dati e della messa a terra della Gdpr.
“Ogni anno, con i suoi 35 milioni di clienti, oltre 20 milioni dotati di interazioni digitale tramite web e app, Poste Italiane gestisce circa 2 miliardi e mezzo di transazioni, per un valore di circa 200 miliardi di euro. L’azienda detiene inoltre circa il 10% del mercato acquiring in Italia con quasi 5 milioni di pos fisici e virtuali”, ha scritto Corriere Comunicazioni. Il nuovo Fraud Prevention Center inaugurato a marzo a Roma prevede di rispondere a qualsiasi tentativo di sabotaggio di questi processi e alle attività dei 12.800 uffici sparsi per l’Italia.
Sicurezza e innovazione verso il futuro
Lasco è il regista della sicurezza del gruppo e degli accordi con la Polizia contro il cybercrime, rinnovati nel 2022. Il metodo Del Fante ha permesso inoltre di promuovere competenze volte all’innovazione e alla digitalizzazione a ogni livello del gruppo. Tra gli esperti di cyber e presso l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ad esempio, il livello tecnologico delle Poste è ritenuto più stabile di quello medio, spesso carente, di altri grandi gruppi o Pa italiane.
Questo il quadro di un gruppo che negli anni ha riservato sorprese. E mostra come il cuore pulsante dell’economia italiana sia ancora nelle galassie delle partecipate. In grado di difendere quote di mercato e redditività pur nel totale solco del mantenimento dell’azionariato pubblico come punto di riferimento. Le Poste, la più tradizionale delle società di Stato, non fanno eccezione. E contro ogni luogo comune sono silenziose protagoniste della marcia dell’Italia verso il futuro.