C’è già chi parla di affare immobiliare del secolo. Di sicuro, l’annuncio della vendita di Villa Certosa sta suscitando grandissimo interesse nel settore e non solo. Il prezzo della dimora di Porto Rotondo appartenuta a Silvio Berlusconi pare essere stato fissato dai cinque figli suoi eredi a 500 milioni di euro. Probabilmente l’immobile più costoso mai messo in vendita in Italia. E a gestire le operazioni è stata chiamata la Dils, società milanese di servizi immobiliari.
I Berlusconi (e non solo loro) dentro Dils
Sarà stata una scelta difficile? Probabilmente no. Perchè dalla fine del 2021, tramite Redeal, il secondo azionista della società è la holding H14 di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi. Che, riporta il Corriere, detengono al momento il 18% dell’impresa. Il cui maggiore azionista resta il presidente Giuseppe Amitrano, 44enne di Sorrento. Amitrano è alla guida della società dal 2016. Ma il gruppo ha origini ormai lontane: è stato fondato nel 1971 come GVA Redilco. Nel 2019 l’integrazione con Sigest, che ha portato al rebranding del 2021 ed alla nascita di Dils. Oltre ai Berlusconi, diversi altri soci notabili. I Radici di Bergamo, i Fontana di Villa d’Este, Nerio Alessandri, i Doris, parte della famiglia Marzotto. Una bella fetta dell’aristocrazia finanziaria del Nord Italia. Per quello che del resto si è affermato come uno dei principali operatori nei servizi immobiliari a livello nazionale. Protagonista di circa un terzo del mercato nelle diverse asset class.
Il mercato immobiliare italiano: nel 2023 volumi dimezzati rispetto al 2022
Come va Dils? Per quanto riguarda il 2023, in attesa della pubblicazione dei bilanci, possono essere di qualche utilità le indicazioni sul mercato immobiliare italiano nel suo complesso fornite un mese fa proprio dal Team Research di Dils. Relative in particolare ai dati del settore per il quarto trimestre 2023. Il migliore dell’anno, con volumi di investimento per circa 2,6 miliardi di euro, il 70% in più rispetto al terzo trimestre ed il 14% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel complesso, i volumi di investimento nel 2023 hanno raggiunto i 6,2 miliardi di euro. Comunque solo la metà rispetto al volume registrato nel 2022, anno storico per le performance del mercato italiano.
A fare da traino nel 2023 è stata soprattutto la Logistica, con un volume di 1,6 miliardi di euro (650 milioni nel quarto trimestre). Il volume di investimenti per gli Uffici ha raggiunto 1,1 miliardi. Stessa cifra per il settore Hospitality. Il settore Alternative (con all’interno anche il segmento Healtcare) ha raggiunto volumi per 900 milioni di euro. Il segmento Living si è invece fermato a 730 milioni di euro, il 90% dei quali concentrati a Milano. A incidere sul rallentamento, i ben noti problemi legati all’aumento dei tassi di interesse. Si capisce da questi numeri la rilevanza straordinaria che riveste per il settore l’operazione legata a Villa Certosa, soprattutto se la cifra di vendita si avvicinerà effettivamente a 500 milioni di euro. Chiude il settore Retail, con 700 milioni di euro di investimenti.
Dils, il bilancio 2022: utili per quasi 20 milioni
Venendo invece ai conti di Dils: il bilancio societario più recente disponibile è quello del 2022. Che parla di 57 millioni e 739mila euro di valore della produzione. E di un utile di esercizio di 19 milioni 885mila euro. In significativa crescita rispetto ai 12 milioni 737mila euro con cui si era chiuso il bilancio 2021. Ed infatti, mentre nel 2022 non sono stati distribuiti dividendi, nel 2023, spiega la relazione dell’assemblea dei soci del 27 aprile 2023, si è deciso diversamente. Dopo “ampia ed esauriente discussione”, è stato deliberato di destinare l’utile netto di esercizio così:
– a ciascuna azione un dividendo lordo pari a circa Euro 1,988, per complessivi Euro 1.988.531,7 con
pagamento entro il 31 maggio
– ad utili portati a nuovo l’importo residuo, pari ad Euro 17.896.785,3
Il 2022 è stato l’anno della fusione tra Dils Living spa e Dils spa. Che ha portato il gruppo a contare nel complesso 125 dipendenti, 38 dei quali derivanti dalla fusione. Nello specifico: un dirigente, 22 quadri e 102 impiegati. Che costituiscono la voce più grande tra i costi di produzione nel 2022, con 14 milioni e 377mila euro. Seguono i costi per i servizi, con 12 milioni e 108mila euro.
Dils, il bilancio tra crediti e debiti
Al 31 dicembre 2022 Dils vantava crediti commerciali verso i propri clienti per 23 milioni 144mila euro, a fronte in particolare di operazioni finalizzate nell’ultima parte dell’anno. Su questo, la nota che accompagna il bilancio specifica che “la società è soggetta al rischio di credito relativamente alle prestazioni verso i clienti. Tale rischio è mitigato dall’appartenenza di molte società clienti a gruppi nazionali o internazionali di primario standing”. Mentre il rischio di liquidità è considerato “sostanzialmente nullo in base all’attuale struttura finanziaria della società”. Ma Dils ha chiuso il 2022 anche con 4 milioni e 41mila euro di debiti verso propri fornitori e 2 milioni 864mila euro di debiti tributari e previdenziali.