Dopo Fabio Fazio Discovery Italia porterà tra le sue fila anche Amadeus? I rumors che fanno discutere il mondo televisivo italiano sono decisamente forti e pressanti. E nel dibattito sulla televisione di domani è impossibile ignorare il ruolo di un gruppo che nasce in Italia sulla scia del vecchio editore del canale di divulgazione scientifica Discovery Channel. E ora è una potenza che vuole unire sotto lo stesso tetto gli ex volti di punta della Rai. Sfidando le Tv pubbliche e quelle commerciali a viso aperto.
L’affare-Fazio da 10 milioni
Con l’affare Fazio Discovery ha messo sul piatto un aumento del compenso di circa il 30%, da 1,9 a 2,5 milioni di euro, del conduttore, che dal 2023 al 2027 guadagnerà complessivamente 10 milioni per quattro anni. Amadeus dovrebbe, qualora accettasse il passaggio, costare almeno una cifra simile. Ci si chiede se Discovery possa permettersi questi investimenti. Il risultato sembra essere affermativo, almeno giudicando i bilanci degli ultimi anni.
I profitti-record di Discovery
Tra il 2019 e il 2022 Discovery ha infatti messo in fila degli utili considerevoli: 16,792 milioni nel 2019; 20,334 nel 2020; 20,952 nel 2021; 17,883 nel 2022. In totale fanno quasi 76 milioni di euro di profitti. E tra il 2021 e il 2022 la ristrutturazione delle attività societarie che ha portato Discovery Italia srl a entrare nel nuovo conglomerato Warner Bros Discovery da 41,3 miliardi di dollari di fatturato su scala globale ha consentito di accorciare le linee per poter programmare un 2023 attivo.
Il gruppo, lo ricordiamo, poggia su una serie di canali avente al centro Nove, la “capitana” generalista, a cui si aggiungono lo storico brand Discovery Channel, la trasmissione in Italia del network europeo Eurosport, canali di intrattenimento semigeneralisti come Dmax e Real Time e il canale per bambini Frisbee. Nel 2022 la somma di attività del gruppo si è assestata dopo che il 2020 e il 2021, complici Covid e chiusure, avevano contribuito a un aumento degli introiti pubblicitari.
2022, assestamento post-Covid preparando il futuro
I ricavi sono pertanto scesi da 259 a 246,3 milioni di euro, per un calo di circa 2,4 milioni di euro della raccolta pubblicitaria, passata da 223,1 a 220,7 milioni di euro e un calo di 10 milioni di euro, da 31 a 21 milioni, dei ricavi da servizi prestati. Il gruppo Discovery Italia srl si è però mantenuto saldamente in utile tagliando circa 6 milioni di euro di costi, principalmente grazie all’apporto dei tagli per godimento di servizi (-6,6 milioni, compensati da altre voci).
L’effetto-Fazio: share di Discovery Italia in volo con Nove
Questo equilibrio ha permesso di poter pensare a una “nuova normalità” comprendente, in senso strategico, l’innalzamento delle ambizioni del gruppo. Forte, tra le altre cose, di un solido conto da 221 milioni di euro di risorse liquide gestibili al 31 dicembre 2022, l’affare-Fazio è stato messo in campo con una programmazione strategica. E considerando che 116 milioni di euro di crediti dovevano, allora, ancora essere incassati le prospettive di medio-lungo periodo sono salde.
L’arrivo di Fazio ha portato, nella nuova versione di Che tempo che fa, la rete Nove ai record storici di ascolti con numeri in doppia cifra e punte toccate prima a novembre con l’ospitata di Beppe Grillo e a marzo (14%) con Papa Francesco. Tutti dati che nei bilanci 2023 e 2024 si vedranno, eccome se si vedranno: il conto economico di Discovery Italia beneficerà della raccolta pubblicitaria e del volano di notorietà. Amadeus, in quest’ottica, rappresenterebbe l’opportunità per bissare. Non un vezzo di una rete che vuole consolidare un parterre di stelle in cerca dell’ultimo grande contratto. Ma, al contrario, un investimento strategico per entrare in gamba tesa in una partita complessa: quella per il cuore e le menti dei telespettatori italiani. E per le conseguenti prospettive economiche.