Perchè leggere questo articolo? La disuguaglianza globale cresce a ritmi parossistici. Pandemia, guerre, cataclismi e le molteplici crisi economico-sociali hanno acuito l’abissale divario tra ricchi e poveri, che secondo il report dell’Oxfam, dal secondo dopoguerra. non è mai stato così alto.
Epidemie globali, guerre, cataclismi, crisi economica e sociale. Sembrerebbe la trama di un film distopico, invece è la realtà in cui viviamo. Se fosse una pellicola, potrebbe benissimo portare il titolo di “Il decennio dei grandi divari” – magari diretto da Gabriele Muccino, o da Matteo Garrone che è in odore di Oscar. Disparità e fratture sociali continuano a contraddistinguere la nostra epoca. Da una parte miliardi di persone si vedono sempre più schiacciate, fragili e povere. Dall’altra una ristrettissima élite di ricchi continua ad aumentare esponenzialmente le proprie fortune. E’ questo il drammatico scenario dipinto da “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”, il nuovo report di Oxfam, organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze, pubblicato in occasione del World Economic Forum di Davos 2024.
Boom di disuguaglianza globale
La disuguaglianza a livello globale cresce a ritmi parossistici. Le molteplici e simultanee crisi hanno acuito i divari generazionali, le disparità sociali e di genere. C’è chi però non è stato scalfito dalla falce del carovita e del tracollo dei mercati azionari. Si tratta dei super ricchi, che nel biennio pandemico hanno beneficiato del 63% della ricchezza netta planetaria. Battendo il record del 54% del decennio precedente. I paperoni del mondo, pari all’1% della popolazione mondiale, hanno visto aumentare il proprio patrimonio di circa 26mila miliardi. Mentre gran parte del restante 99% fatica a sopravvivere. Sono oltre 820 milioni le persone che soffrono la fame. Circa 1 persona su 10 sulla Terra.
Per Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International, a contribuire all’incremento della disuguaglianza è l’attuale sistema fiscale poco equo, che da decenni favorisce i più ricchi. “Un’imposta del 5% sui grandi patrimoni potrebbe generare per i Paesi riscossori risorse per obiettivi di lotta alla disparità a livello globale. Affrancando dalla povertà fino a 2 miliardi di persone”, ha dichiarato. I governi hanno dunque forti responsabilità, non avendo, in larga parte, adottato politiche strutturali che riducessero le disparità, redistribuissero ricchezza e potere.
Record: ricchezza e povertà aumentano di pari passo
Un altro triste traguardo è stato raggiunto. Secondo la Banca Mondiale, stiamo probabilmente assistendo al più grande aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra. Ma, per la prima volta in 25 anni, estrema ricchezza e povertà aumentano contemporaneamente. La pandemia, la guerra in Ucraina, l’aumento dell’inflazione avrebbero infatti spinto 71 milioni di persone in povertà tra marzo e giugno del 2022. Mentre 95 big dell’energia e delle multinazionali del cibo hanno raddoppiato i profitti.
Per 1,7 miliardi di lavoratori l’inflazione supera l’aumento dei salari. Interi Paesi rischiano la bancarotta e quelli più poveri spendono oggi 4 volte di più per rimborsare i debiti rispetto a quanto destinano per la spesa pubblica in sanità. Tre quarti dei governi del mondo (148 Paesi) stanno inoltre pianificando tagli alla spesa pubblica – anche per la sanità e l’istruzione – per 7.800 miliardi di dollari nel quinquennio 2023-2027.
Italia campione di disuguaglianza
Già tra le più alte nei paesi Ocse, le disuguaglianze di reddito in Italia sono cresciute nettamente all’inizio degli anni Novanta. Facendo un balzo ulteriore durante la pandemia. Tra il 2020 e il 2021, infatti, la concentrazione della ricchezza è cresciuta. I super ricchi con patrimoni superiori ai 5 milioni di dollari (lo 0,134% degli italiani) risultano titolari di un ammontare di ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri. Dal governo mancano però ancora misure sufficienti per evitare l’allargamento di questo divario. Urgono interventi in alcuni ambiti prioritari che Oxfam aiuta a delineare nel suo rapporto. Tra questi, il necessario il contrasto al caro-vita e alla povertà, abbandonando il regime transitorio del Reddito di cittadinanza per il 2023. Garantendo l’erogazione di tutte le mensilità spettanti a tutti i beneficiari. Oltre a riformare la misura per renderla più equa ed efficiente, sia per criteri di accesso che per entità del sussidio. Insomma, le disuguaglianze non conoscono crisi, anche perchè la politica fa poco per contrastarle.